Siamo sicuri che tutto ciò che è naturale sia buono?
Silvano Fuso, chimico e divulgatore scientifico, tratta diversi argomenti (dall'agricoltura al cibo, dalla sessualità alla medicina) per documentare come il progresso abbia migliorato la qualità della nostra vita
L’aggettivo naturale è oramai sinonimo di bontà, salute, sicurezza, genuinità ed è spesso associato a diverse attività umane: agricoltura, alimentazione, medicina, cosmesi, sessualità. Ma siamo sicuri che tutto ciò che è naturale sia davvero buono? E ciò che viene chiamato naturale sia davvero tale? La risposta a queste domande è disponibile nell’ultimo saggio di Silvano Fuso (chimico e divulgatore scientifico): “Naturale = Buono” (Carocci Editore). Dalla storia dell’agricoltura all’evoluzione dei consumi a tavola, dalla ricerca dell’elisir di lunga vita alla necessità di muoversi in maniera sostenibile. Senza naturalmente trascurare la medicina, da tempo sotto attacco da parte degli «avversari» dell’evidenza scientifica.
Il libro di Fuso è un documento utile da consultare per farsi un’idea su questioni di grande attualità: come le opportunità (rigettata) concesse dagli organismi geneticamentemodificati, la (presunta) nocività dei vaccini, la necessità (o meno) di rinunciare alla carne, la (inesistente) efficacia dell’omeopatia.
Stanco delle immagini di natura che permeano i mass media, complici gli strumenti del marketing, Fuso ha così voluto far presente perché questa realtà non sia sempre la più rosea e - soprattutto - disinteressata. Partendo dall’assunto che ogni specie vivente turba l’ambiente in cui abita, e dunque né la medicina né l’agricoltura possano essere naturale per definizione, l’autore spiega come in realtà l’uomo abbia però gli strumenti per valutare il proprio impatto ed eventualmente contenerlo. Senza per questo dover abbandonarsi a scelte drastiche e a innaturali rinunce, come il marketing oggi lascia spesso intendere. Eppure il fronte del no a tutti i costi - al glutine, agli Ogm, al lattosio, alla carne, ai vaccini, al preservativo - è in crescita. Ma più che una disamina scientifica, in questo caso sarebbe opportuna un’analisi sociologica delle nostre abitudini.
Probabilmente in alcune persone la ricchezza e un ampio ventaglio di opportunità stanno provocando un «rigetto» nei confronti delle opportunità di benessere garantite dal progresso scientifico. La memoria corta e un sentimento di nostalgia nei confronti di un passato idealizzato stanno facendo il resto. Spesso si parla dei bei tempi andati, che sono però gli stessi in cui si moriva abitualmente di parto, le malattie infettive risultavano spesso fatali e l’uomo difficilmente raggiungeva la terza età. Fuso vuole dunque fare chiarezza su tutti questi aspetti, cercando di comunicare l’evidenza scientifica in maniera efficace. Di questa situazione, infatti, sono talvolta responsabili anche gli scienziati, abituati a dialoghi serrati coi propri colleghi ma in difficoltà nel comunicare le risultanze del proprio lavoro alla società civile. È quello che invece viene fatto, con gli strumenti giusti, in “Naturale = Buono”.
Silvano Fuso
NATURALE = BUONO
Carocci Editore, 255 pagine, 19 euro
Fabio Di Todaro