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Daniele Banfi
pubblicato il 07-12-2022

Covid-19: i vaccini riducono la carica virale e ostacolano la circolazione



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In caso di infezione i vaccinati che hanno effettuato il richiamo si liberano prima del virus. In questo modo il periodo di infettività è ridotto. I risultati pubblicati su Nature Reviews Microbiology

Covid-19: i vaccini riducono la carica virale e ostacolano la circolazione

I vaccini contro Covid-19, questo si sapeva, sono estremamente efficaci nell'evitare ricoveri e decessi. Ma i vaccini sono utili anche per ridurre la carica virale in caso di infezione. Ciò era già stato dimostrato in diverse pubblicazioni. Ora, grazie ad uno studio pubblicato dalla rivista Nature Reviews Microbiology, si aggiunge un ulteriore tassello di conoscenza particolarmente importante perché ottenuto su Omicron, la variante circolante attualmente: le persone vaccinate, in caso di Covid-19, si liberano prima del virus. Ciò significa che potenzialmente concorrono in maniera minore alla diffusione del virus.

IL RUOLO DEI VACCINI

Assodata la straordinaria protezione contro gli esiti peggiori di Covid-19, nei vaccinati -a causa dell'incapacità dei vaccini di stimolare una risposta IgA a livello delle mucose, la prima via di ingresso del virus- contagiarsi è comunque possibile seppure in maniera ridotta. Cosa accade però in termini di carica virale e contagiosità? Uno studio pubblicato lo scorso aprile su Nature Medicine ha valutato la carica virale nei 5 giorni post-inizio dei sintomi in persone non vaccinate e vaccinate esposte a Sars-Cov-2 originario, alla variante Delta e alla variante Omicron. Dalle analisi è emerso che nei non vaccinati, la carica virale con Sars-Cov-2 del ceppo di Wuhan è risultata decisamente inferiore rispetto alle infezioni Delta, segno dell'evoluzione del virus verso una maggiore capacità di diffondersi a partire dal singolo individuo. Lo studio ha poi confermato che in caso di infezione da Delta, gli individui vaccinati avevano una carica virale inferiore rispetto ai non vaccinati.

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Ma lo studio da poco pubblicato su Nature Reviews Microbiology ci dice di più ed è particolarmente importante perché si basa su dati relativi alla variante Omicron, la versione del virus Sars-Cov-2 predominante nel mondo. Dalle analisi è emerso che dopo infezione da Omicron coloro che hanno ricevuto almeno una dose di richiamo mostrano una ridotta quantità totale di virus infettivo a 5 giorni dai i primi sintomi. Ciò sta a significare che le persone che hanno fatto il richiamo sono potenzialmente meno infettive a parità di tempo trascorso dall'insorgere dei sintomi.

SI RIDUCE LA TRASMISSIONE

Quanto mostrato da questi studi, ultimo in ordine di tempo quello realizzato dai ricercatori del Geneva University Hospitals, indica ancora una volta in modo chiaro l'importanza della vaccinazione nel contrasto alla pandemia. I vaccini non solo conferiscono una protezione individuale a chi li riceve ma, riducendo le probabilità di infezione e la carica virale, contribuiscono a diminuire il rischio di trasmissione.

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Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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