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Oncologia
Caterina Fazion
pubblicato il 10-05-2024

Per i tumori del cavo orale manca la diagnosi precoce



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Quanto sono diffusi? Come riconoscerli e trattarli precocemente? Ecco cosa c'è da sapere sui tumori del cavo orale

Per i tumori del cavo orale manca la diagnosi precoce

I tumori del cavo orale presentano un’elevata aggressività, per questo è fondamentale promuovere la diagnosi precoce e sensibilizzare l'opinione pubblica sull’argomento, così da aumentare la sopravvivenza dei pazienti colpiti e limitare l’impatto delle terapie.

In occasione della giornata dedicata alla prevenzione del cancro del cavo orale, che si celebra domani, 11 maggio 2024, abbiamo esplorato l’incidenza di questi tumori, come riconoscerli e trattarli precocemente. Per farlo abbiamo parlato con il professor Piero Nicolai e con il dottor Stefano Taboni, esperti in otorinolaringoiatria oncologica dell'Ospedale Universitario di Padova. Sono proprio loro, insieme al professor Cesare Tiengo, al dottor Ferrari e alla loro equipe multidisciplinare, ad aver operato Giorgia, la giovane che ha subito l’asportazione della lingua a causa di un tumore di cui abbiamo raccontato la storia.

I tumori del cavo orale e la prevenzione (mancata)

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QUANTO SONO DIFFUSI?

I tumori del cavo orale possono interessare varie parti della bocca tra cui la lingua, le gengive, la superficie interna delle guance e delle labbra, il pavimento orale, ovvero l’area situata sotto la lingua mobile, il palato duro e la zona che si colloca in posizione posteriore rispetto ai denti molari, chiamata trigono retromolare. Conoscere esattamente quanto questi tumori siano diffusi è complesso. In Italia, infatti, le stime dell’Associazione registri tumori e AIOM accorpano i tumori del cavo orale a quelli di faringe e laringe, denominandoli come tumori testa-collo, e indicano circa 9.750 nuove diagnosi e 3.800 vittime nel 2022.

Fare prevenzione per questi tumori è complesso poiché i fattori di rischioalcol e fumo per i tumori della bocca e della laringe, e il virus HPV per i tumori dell’orofaringe – anche se noti, sono poco controllati. Anche la prevenzione secondaria, ovvero la capacità di diagnosticare i tumori in fase precoce, è complessa. Oltre la metà dei casi vengono infatti diagnosticati in fase localmente avanzata o già metastatica ai linfonodi cervicali. Per fare la differenza può bastare la richiesta di un controllo per una lesione della mucosa che non guarisce.

A QUALI SINTOMI PRESTARE ATTENZIONE?

Tenere sotto controllo i campanelli di allarme è fondamentale.

«I tumori del cavo orale – spiega il professor Nicolai –, in particolare della lingua, sono rari in giovane età, anche se in lieve aumento negli ultimi dieci anni. Il dolore può essere un campanello di allarme soprattutto nei pazienti di età superiore ai 50 anni che fanno largo uso di fumo e alcol. Nei soggetti più giovani, invece, la malattia può essere più subdola. Nel caso di Giorgia, ad esempio, nonostante il tumore fosse già in fase avanzata, non era presente una marcata sintomatologia dolorosa, e questo ha ritardato la diagnosi. In generale sintomi a cui prestare attenzione sono lesioni a livello della superficie mucosa della bocca, dolore, tumefazione e sanguinamento».

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I SOGGETTI A RISCHIO

I fattori di rischio per i tumori del cavo orale sono fumo, alcol e familiarità.

«Esistono anche condizioni dentarie che possano predisporre all’insorgenza del tumore – spiega il dottor Taboni – come scarsa igiene dentaria, specialmente nei pazienti che abusano di fumo e alcol, e decubito di elementi dentari sulla lingua. È cruciale che gli odontoiatri prestino particolare attenzione a queste condizioni durante le valutazioni, poiché non esistono strumenti di screening specifici per i tumori della bocca. Iniziative di controllo medico-otorinolaringoiatriche sono rivolte principalmente a pazienti affetti da lesioni lichenoidi, ovvero lesioni delle mucose orali che possono aumentare il rischio di sviluppare tumori orali. Questi soggetti vengono solitamente indirizzati dal dentista o dal dermatologo all’otorino, che può eseguire una valutazione ambulatoriale più approfondita tramite endoscopia, spesso integrata con contestuale bioendoscopia».

«La prognosi per questi tipi di tumore è tutt'oggi non brillantissima – ricorda il professor Nicolai –, per cui è fondamentale aumentare la sensibilizzazione, ancora troppo scarsa. È possibile intervenire modificando gli stili di vita per evitare l'esposizione ai fattori di rischio come fumo e alcol, oltre a promuovere la diagnosi precoce per migliorare la sopravvivenza e diminuire l’impatto delle cure». 

L’IMPATTO DELLE CURE

I tumori del cavo orale sono generalmente curati in prima battuta con chirurgia quasi sempre estesa anche ai linfonodi del collo, seguita o meno da radioterapia o radio-chemioterapia. Se la diagnosi è precoce, minore sarà il rischio di dover effettuare un'asportazione, o resezione, molto ampia, che implica una maggiore compromissione funzionale e la necessità di una ricostruzione con autotrapianto di un lembo costituito variabilmente da cute e sottocute, muscolo e/o osso.

LA RIABILITAZIONE

L’iter riabilitativo, che prevede la rieducazione alla fonazione e alla deglutizione, è estremamente impegnativo, e le conseguenze che restano possono essere molto importanti.

«A seguito di asportazione chirurgica della parte colpita da tumore, la qualità della vita subisce una compromissione», ricorda il professor Nicolai. «Nei giovani c’è una difficoltà ad accettare la menomazione, ma allo stesso tempo spesso si nota anche una capacità di reagire in maniera positiva compensando in parte i deficit, cosa che negli anziani è più difficile. In generale c’è sicuramente un limite nel recupero, per quanto riguarda sia l’alimentazione sia il linguaggio, naturalmente correlato all’estensione della resezione chirurgica. Gli interventi chirurgici estesi, infatti, infliggono al paziente una compromissione della qualità di vita importante. Per questo motivo la diagnosi precoce è fondamentale: se si interviene precocemente, aumentano per il paziente le probabilità di ricevere una demolizione limitata, con un migliore recupero e maggiore probabilità di guarigione».

«Le figure coinvolte nell’iter riabilitativo sono molteplici – spiega Stefano Taboni –: il supporto alla riabilitazione deglutitoria e fonatoria è fornito da parte di logopedisti specializzati, ma altrettanto importante è un supporto psicologico, a partire dalla fase della diagnosi fino al follow-up. Un paziente con sequele così impattanti, sia funzionali sia estetiche, come quelle derivate da interventi demolitivi, è spesso terrorizzato dalle conseguenze e deve essere supportato adeguatamente».

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LA PRESERVAZIONE DELLA FERTILITÀ

Una diagnosi precoce, oltre ad aumentare la sopravvivenza, rende meno probabile la necessità di un trattamento chirurgico demolitivo. Inoltre, il trattamento precoce della neoplasia riduce il rischio di dover eseguire altri trattamenti, come la chemioterapia, con conseguente riduzione della fertilità.

«Nei casi in cui è necessaria anche la chemioterapia in pazienti giovani, si pone il problema di preservare la fertilità – spiega il dottor Taboni –, ed è necessario discutere con il paziente la possibilità della preservazione dei gameti, ovvero ovuli e spermatozoi. Lo specialista di riferimento, andrologo o ginecologo, prenderà in carico il paziente sia per la procedura di raccolta dei gameti sia per il follow up. È importante che questa procedura sia celere in modo da non ritardare l'inizio dei trattamenti oncologici, specialmente nel caso di tumori aggressivi. Quando la diagnosi avviene in stadio precoce, ci mettiamo al riparo anche dalla problematica della possibile compromissione della fertilità».

AUMENTIAMO LA SENSIBILIZZAZIONE

I tumori della bocca, pur essendo rari, hanno un enorme impatto sulla qualità di vita dei pazienti che ne sono colpiti.

«Occorre aumentare notevolmente la sensibilizzazione su questo tipo di tumori, ancora troppo poco conosciuti – conclude Taboni –, non solo della popolazione, ma anche dei medici di medicina generale e di specialisti come odontoiatri o dermatologi che possono per primi valutare pazienti con lesioni molto precoci del cavo orale. Inoltre, dobbiamo considerare che il tumore del cavo orale dei giovani potrebbe avere un’origine a anche un comportamento biologico diverso da quello classico. È dunque fondamentale sostenere la ricerca anche in questo campo specifico, per comprendere sempre meglio la biologia dei tumori del cavo orale, specialmente giovanili».

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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