Stile di vita e salute sessuale: quali comportamenti promuovere?
Risponde Rossella Nappi, docente di ginecologia e ostetricia - Università degli Studi di Pavia
La salute sessuale oggi è un tema di cui si parla tanto. Bisogna innanzitutto imparare a parlare di amore e non parlare di sesso quando si vuole affrontare questo tema in coppia. È difficile parlare delle proprie disfunzioni sessuali, è più facile pensare alle disfunzioni sessuali maschili. Oggi noi sappiamo che questi disturbi sono in crescita perché lo stress è il primo killer assoluto della sessualità. Noi ci sentiamo attratti dal partner, ci innamoriamo, vogliamo avere dei rapporti sessuali con l’altro, però talvolta la pressione dei nostri ritmi di vita fa sì che il desiderio sia a mille ma il nostro corpo non ci venga dietro e dunque tendiamo, in linea teorica, a timbrare un cartellino, magari il sabato e la domenica, quindi passati i primi fuochi della passione si tende a entrare nella routine. La routine, insieme allo stress, è il killer numero due della sessualità, anche perché porta il maschio talvolta ad avere dei disturbi dell’erezione, dell’eiaculazione, delle ansie da prestazione legate al fatto che bisogna per forza timbrare il cartellino al sabato. E questo è anche un po’ colpa delle donne, ovviamente, perché la donna oggi è un’acrobata tra mille cose che deve fare: sicuramente la casa, i figli, la famiglia, ma anche il lavoro, ma perché no anche pensare a sé, la palestra, le amiche, l’estetista e dunque lo spazio che è legato alla sessualità è talvolta un po’ troppo prevedibile, troppo routinario. E questo fa anche sì che la donna si senta portata alla sessualità soltanto quando ha del tempo libero. Io ho pazienti che fanno l’amore solo in vacanza. E questo non è possibile. È chiaro che se la donna non si sente motivata, si sente stressata, si sente allarmata, può avere dei disturbi della sessualità primo fra tutti dei disturbi dolorosi perché non riesce a rilassare i propri organi genitali durante la penetrazione, ma anche, soprattutto oggi, il calo del desiderio perché troppe cose da fare ci tolgono le energie per la sessualità, dunque, soprattutto dopo le gravidanze, le donne tendono un po’ a sedersi, i maschietti si sentono abbandonati e da cosa nasce cosa e le disfunzioni sessuali sono purtroppo in crescita. Ma allo stesso tempo abbiamo poche frecce al nostro arco perché non ci sono molti farmaci ma c’è un modo difficile talvolta da trovare, un linguaggio difficile da trovare con i nostri pazienti, perché dobbiamo effettivamente parlare non tanto di sesso ma di amore, di coppia, di priorità, di ruolo genitoriale e così via. Quindi in questo caso siamo un po’ meno medici e un po’ più psicologi.