«Qualità di cura del cancro e ricerca scientifica vanno di pari passo»
L'intervista a Giovanni Apolone, direttore scientifico dell'Istituto nazionale dei Tumori di Milano
D: Giovanni Apolone, direttore scientifico dell'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, il luogo in cui è nata la lotta al cancro. Umberto Veronesi era solito dire: “si cura meglio dove si fa più ricerca”. È d'accordo?
R: Sì, sono d'accordo ed è vero, sulle esperienze personali di tutti noi che abbiamo agito come medici, come ricercatori. Tra l'altro recentemente sono usciti un paio di articoli delle revisioni sistematiche, meta analisi che formalmente hanno dimostrato che negli Istituti dove c'è una importante componente di ricerca, alcuni indicatori di qualità dell'assistenza, sono migliori. Quindi noi possiamo affermare che, non solo è un auspicio, non solo si basa sulla nostra esperienza personale, ma ormai direi che è dimostrato anche con le armi della evidence based medicine.
D: In Italia i tassi di guarigione sono tra i più alti a livello europeo, però è chiaro che il problema del cancro rimane ancora gravoso. Che cosa possiamo dire ai pazienti, alle loro famiglie per infondere comunque un messaggio di speranza?
R: Abbiamo migliorato molto la nostra capacità di diagnosticare in fase precoce e di curare le malattie soprattutto quando sono colte in una fase iniziale. Non siamo ancora brillantissimi quando la malattia è diagnosticata in fase avanzata o progredisce o ricade. Miglioreremo molto con la nostra aumentata capacità, conoscenze, con i nuovi farmaci, un'integrazione in terapia, ma non bisogna dimenticare che il tumore non viene per caso, la maggioranza dei tumori vengono perché non li cerchiamo modificando il macro ambiente, microambiente. Microambiente vuol dire il risultato delle nostre cattivi stili di vita e di quello che noi introduciamo a livello voluttuario, alcol, fumo, eccetera.
D: Oggi abbiamo dei tumori che registrano dei tassi di guarigione molto alti, prossimi al 90% che peraltro sono anche alcuni tra i più diffusi, seno e prostata. In altri casi invece non è così. Un giorno potremo arrivare ad avere un livello diciamo di cura omogeneo per le diverse neoplasie? R: Dobbiamo auspicarlo e dobbiamo lavorare per questo. I principi e i risultati della medicina di precisione ci permetterà di arrivare a una medicina personalizzata, che a medio/lungo termine permetterà di rendere più uniforme la nostra capacità di fare e di ottenere risultati uniformi, però ribadisco, non si può fissare una data, avremo successi in determinate malattie e ancora insuccessi per altre, ma secondo me la strada è tracciata. È tracciata e posso dire che in realtà sono piuttosto ottimista su questa cosa.
D: La ricerca dipende anche dalle organizzazioni no profit, No? Quanto è rilevante il contributo in questo percorso che si cerca di fare tutti assieme?
R: E' molto importante e molto rilevante. È vero questo in tutti i paesi del mondo, anche in paesi diversi dall'Italia dove il contributo pubblico nella ricerca è altissimo. In Italia noi sappiamo che siamo il fanalino di coda nel mondo occidentale e in Europa. Quindi in Italia è ancora più importante poter fare affidamento su grandi charity, grandi associazioni, grandi fondazioni che raccogliendo in maniera lecita e trasparente fondi ai cittadini, possono poi riversarli con meccanismi meritocratici, di valutazione attenta, ai principali Istituti, ai principali e migliori ricercatori. È molto importante, in Italia senza queste associazioni, fondazioni, charity non potremmo fare la maggior parte della ricerca che stiamo conducendo adesso contro il cancro.