Perché così tanti vaccini già a partire dai primi mesi di vita?
Risponde Pier Luigi Lopalco, professore di Igiene presso l'Università di Pisa
Molto spesso mi chiedono perché bisogna vaccinare un bambino di due mesi contro il tetano o contro l'epatite b, che sono effettivamente dei patogeni nei confronti dei quali il bambino magari entrerà in contatto chissà quando. Per quanto riguarda il tetano, c'è da dire che il tetano è una malattia che può essere contratta in qualunque momento: cioè nel momento stesso in cui il bambino comincia a gattonare, può andare in giro, pungersi, tagliarsi, entrare in contatto con terriccio contaminato da spore tetaniche, quindi può contrarre il tetano. Ecco perché noi cominciamo a vaccinare a due mesi in modo che, quando il bambino comincerà a entrare in contatto con l'ambiente esterno, avrà una protezione sufficiente contro la malattia. Per l'epatite b la risposta è analoga: anche per l'epatite b ci si può infettare in qualunque momento, perché esiste la possibilità, per esempio vivendo in una famiglia in cui ci sono dei portatori di epatite b, che ci possa essere una trasmissione intrafamiliare di questo virus. Non solo, per queste malattie bisogna vaccinarsi in maniera precoce perché il neonato risponde molto meglio a questa vaccinazione. Nei confronti dell'epatite b, per esempio, se ci vacciniamo da adulti, esiste una probabilità piuttosto alta (stimata addirittura nel 30%) di soggetti che non risponde alla vaccinazione; questa quota invece è vicina allo zero se ci si vaccina quando si è molto piccoli. Quindi proprio per evitare di non rispondere alla vaccinazione, è importantissimo vaccinarsi quanto prima possibile.