Mai un problema alla prostata. Ora, a 66 anni, devo fare il Psa?
Risponde Bernardo Rocco, urologo presso l’Ospedale Policlinico di Milano
Ringraziamo il signor Andrea che ci scrive in merito alla sua prostata e al problema del PSA. A 66 anni con una sintomatologia piuttosto modesta, Andrea ci chiede se sia opportuno o meno effettuare il dosaggio del PSA nel suo caso, considerando che non ha familiarità. Bene, ci sono dati piuttosto controversi in merito all'opportunità di effettuare il dosaggio del PSA per la prevenzione del tumore prostatico o meglio per la diagnosi precoce, diverse scuole di pensiero. Recentemente negli Stati Uniti si è diffuso il concetto proposto dalla task force americana, a non effettuare il dosaggio del PSA considerato potenzialmente uno strumento diagnostico complesso. In Europa la filosofia oggi è ancora quella di effettuare invece il dosaggio di PSA e personalmente, io lo consiglio. I pro del dosaggio del PSA sono la possibilità di diagnosticare precocemente una neoplasia prostatica. Quali sono i contro. Potenzialmente i contro sono che il tipo di neoplasia prostatica, il tipo di tumore prostatico che andiamo a diagnosticare, può essere una forma così piccola, così iniziale, che potrebbe non avere mai bisogno di essere trattata. Quindi apre un potenziale dramma per il paziente che si vede fare una diagnosi di una malattia che in realtà non gli darà mai problemi. Quindi crea il problema del cosiddetto sovratrattamento o soverdiagnosis per intenderci. Io comunque credo che sia meglio conoscere ed eventualmente applicare dei programmi di sorveglianza attiva piuttosto che non valutare assolutamente la presenza della malattia.