Come si previene il rigetto di un organo?
Le modalità di azione dei farmaci e la terapia antirigetto.
In parole molto povere il rigetto è l'organismo che si ribella all’organo che viene trapiantato. È una risposta che si cerca di temperare cercando di avere una compatibilità massima dell'organo.
Si dice che ci siano organi più tolleranti, il fegato; organi molto meno tolleranti, il rene ad esempio, dove la compatibilità deve essere altissima.
Il rischio del rigetto oggi, per esempio nei trapianti in Italia, viaggia diversamente a seconda dei vari organi.
È sicuramente molto meno rilevante di qualche anno fa perché esistono tanti farmaci, tante modalità diverse di azione dei farmaci e tanta maggiore possibilità di utilizzare più farmaci per arrivare all'obiettivo.
Il rigetto oggi si controlla prevalentemente farmacologicamente e quindi questo vuol dire che il paziente che è stato trapiantato deve essere estremamente preciso nel seguire la terapia antirigetto, che è lunga tutta la vita ad oggi (tra qualche anno vedremo), estremamente preciso nell'assunzione e non deve mai assolutamente interrompere spontaneamente il trattamento antirigetto.
Qualsiasi cosa succeda è giusto che ci si rivolga immediatamente al centro trapianti: si rischiano dei disastri spesso per leggerezze che non sono assolutamente neanche da considerare.