18-12-2017

Che cos'è l'acalasia esofagea?

Risponde Marco Soncini, direttore dell'UOC di gastroenterologia, Asst SS Paolo e Carlo di Milano e tesoriere dell'Aigo

La acalasia esofagea ha è una patologia rara: fondamentalmente meno di un caso ogni 100mila abitanti. Interessa il distretto esofageo dove fondamentalmente il paziente avverte una sensazione di difficoltà alla deglutizione ma, soprattutto, a una alimentazione corretta, spesso laboriosa, che aumenta i tempi del pranzo, che aumenta la necessità di ricorrere all'assunzione di acqua per una corretta alimentazione. Che cosa si trova nell'ambito in generale clinico? Possiamo ritrovare, a livello endoscopico, una difficoltà nel passaggio dello strumento attraverso l'esofago, soprattutto nel passaggio tra esofago e stomaco, quindi sentiamo proprio una difficoltà nel procedere dello strumento; possiamo ritrovare ancora degli ingesti alimentari, anche da lungo tempo presenti nell'esofago; possiamo ritrovare anche un esofago che presenta un'alterata motilità e anche una certa dilatazione d'organo. Questi aspetti chiaramente possono indurre, devono indurre, al sospetto di una acalasia. Fatta questa indagine, un'altra indagine molto importante è la manometria esofagea che valuta proprio i movimenti che effettua l'esofago durante gli atti deglutitivi. Quindi l'assenza di questi movimenti, l’asincronia di questi movimenti e soprattutto un ipertono a livello del distretto distale dell'esofago, inducono il clinico nel forte sospetto della acalasia, che potrà essere trattata fondamentalmente dal chirurgo, facendo un intervento di miotonia, oppure praticamente dall’endoscopista, in pazienti più anziani con morbidità, con una dilatazione di questo distretto distale dell'esofago in modo tale da consentire il passaggio dell'alimento in maniera adeguata.

Torna a inizio pagina