05-01-2017

Che cos'è e come si cura la fibrillazione atriale?

A volte il nostro cuore può impazzire, può impazzire per tante ragioni, ma a volte anche per una ragione medica, a volte possiamo sentire il nostro cuore che improvvisamente aumenta la frequenza dei battiti che sono molto irregolari, sono caotici, sentiamo sfarfallare continuamente, può essere un insieme di sensazione di debolezza a un abbassamento della pressione, qualche volta possiamo avere la sensazione che ci manchi il fiato di colpo, che non riusciamo più a camminare bene come prima e sentendo il polso possiamo avvertire una totale irregolarità dei battiti, invece che il solito battito regolare a cui siamo abituati. Occorre immediatamente in questi casi controllare la situazione con il nostro medico, perché questa può essere una situazione che riflette una fibrillazione atriale. La fibrillazione atriale, una specie di cortocircuito al livello dei atri cardiaci che vengono attivati a una velocità molto alta, 500-600 cicli al minuto e per fortuna solo parte di questi cicli vengono trasmessi ai ventricoli e quindi vengono attivati a una frequenza più alta del solito ma molto irregolari. Questa è una situazione che può essere severa perché se i battiti trasmessi sono troppo veloci, il cuore può non farcela, e possiamo andare incontro a un edema polmonare o anche a una caduta per terra per l’abbassamento della pressione, ma è una condizione pericolosa anche perché nei atri che vanno in corto circuito, abbiamo il problema legato al blocco della meccanica, gli atri non si contraggono più, il sangue può rallentare e quindi dare origine alla formazione di coaguli. Se poi a un certo punto il cuore riparte con suo ritmo normale, questi atri ricominciano a contrarsi, questi coaguli possono essere inviati nel torrente circolatorio e dare delle embolie cerebrali che spesso sono cause di ictus embolico. Ora voi capite questa situazione va diagnosticata perché, se viene identificata può essere trattata e il paziente può essere protetto. Come si tratta? Proteggendo il paziente contro l’embolizzazione, quindi con dei anti coagulanti per impedire la formazione di questi coaguli, questo è fondamentale, ma anche provare con dei farmaci che possono interrompere questo cortocircuito, quindi riportare il ritmo alla norma. Abbiamo tanti farmaci che lo possono fare, alcuni se non altro riducono la velocità dei battiti quindi ci fanno stare comunque meglio, e poi quando abbiamo accertato che non ci sono coaguli nel cuore possiamo provare a usare dei farmaci che tolgono l’aritmia, ove questi farmaci non siano sufficienti, possiamo fare la cosiddetta cardio versione elettrica, un piccolo shock elettrico di pochi secondi che può riportare alla norma il battito eliminando il corto circuito. Tutto questo ovviamente sempre sotto la guida del proprio cardiologo.

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