Come riconoscere e affrontare gli attacchi di panico
Cristina Colombo, responsabile del centro dei disturbi dell'umore dell'ospedale San Raffaele di Milano risponde sugli attacchi di panico.
L'attacco di panico è una crisi d'ansia acuta, che si manifesta in maniera improvvisa e senza uno stimolo che giustifichi la comparsa dei sintomi.
I più frequenti sono: la tachicardia, l'iperventilazione, fame d'aria, giramenti di testa, paura di poter morire in pochi istanti.
La sintomatologia scompare di norma in pochi secondi o minuti, ma l'esperienza è descritta come terribile da chi ne soffre. La prima volta si avverte una sensazione di paura senza che ci sia un motivo, per cui si pensa che stia accadendo qualcosa a livello cardiaco: un infarto del miocardio, un'aritmia importante.
Questo porta spesso la vittima a recarsi in Pronto Soccorso, per richiedere delle cure specialistiche urgenti.
L'attacco di panico deve essere riconosciuto come tale perché non è detto che si ripeta e dunque non si dovrebbe condizionare la propria vita per la paura di essere nuovamente colpiti da un episodio analogo.
La condotta di evitamento è a volte importantissima: persone che non vanno più in autostrada, che non passano più su un ponte o su un cavalcavia, che non prendono più la metropolitana, che smettono di volare. Tutte azioni che prima compivano regolarmente e che oggi chi ne soffre associa al rischio di subìre un altro attacco di panico.
Sul singolo attacco di panico non è detto che serva una terapia farmacologica, spesso è più utile l'intervento psicoterapico, per aiutare il paziente a capire come riconoscere l'eventuale nuova comparsa del disturbo ed eventualmente fronteggiarlo.
Se gli episodi si ripetono - si parla di disturbo da attacco di panico - può invece essere utile una terapia farmacologica.