27-04-2017

Antonino Bruno: «Prevenzione e ricerca grazie alla Fondazione Umberto Veronesi»

Il ricercatore, finanziato nell'ambito del progetto SAM - Salute al Maschile: «L'auspicio è quello di poter mettere i risultati del mio lavoro a disposizione dei pazienti»

Antonino Bruno, che sensazione si prova ad essere qui in questa giornata?

Sicuramente una grande soddisfazione perché, diciamo questa giornata è un po’ una premiazione che arriva, sia per me come persona, che come ricercatore, e mi fa capire comunque in Italia ci sono fondazioni che credono nei giovani cercatori e vogliono finanziarli e supportano la crescita, quindi è un chiaro messaggio che anche in Italia c'è chi crede nella ricerca.

Quanto è importante il fatto che la fondazione Veronesi, da due anni, abbia deciso di sostenere anche la ricerca nell'ambito in cui tu lavori, ovvero quello della salute al maschile?

Sicuramente l'importanza dovuta al fatto che sostenendo questo tipo di ricerca si riesce anche a diffondere di più il concetto di prevenzione perché, mente diciamo per la salute al femminile c'è una campagna anche mediatica più diffusa, per la saluta al maschile, forse anche perché, i problemi maschili arrivano un po’ più tardi rispetto a quelli della donna, c'è meno attenzione, quindi finanziare dei progetti che mettono un campanello d'allarme e pongono attenzione anche sulla salute dell'uomo è sicuramente un elemento importantissimo.

Eri qui anche l'anno scorso, questa è la prima edizione senza Umberto Veronesi, un valore in più per questa giornata.

Beh, diciamo che comunque la presenza del professore si sente ancora nell'aria anche perché, quando abbiamo avuto questa notizia molti di noi hanno fatto fatica a realizzare che una persona così importante, e così fondamentale, e così l'impatto se ne fosse andata. Sono però contento che questa tradizionale cerimonia sia stata mantenuta, perché credo che l'importanza di questa cerimonia sia sicuramente celebrare noi ricercatori, ma anche comunque il prof che ha sempre creduto in noi e promosso la ricerca per i giovani.

Che cosa ti senti di promettere alle migliaia di persone, che con il loro contributo hanno deciso di sostenere anche la tua attività?

Sicuramente come sapete in ricerca non si possono fare delle promesse perché hanno dei tempi importanti proprio perché si deve arrivare a un risultato che sia reale ed applicabile, quello che posso promettere che in questo secondo anno sicuramente, importerò avanti gli studi, che già nel primo anno comunque abbiamo avuto risultati importanti, per fare in modo che il mio progetto possa essere sempre più applicabile alla clinica e quindi al al paziente.

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