Alberto Mantovani: «I nostri ricercatori avanti nel nome di Umberto Veronesi»

Professore Alberto Mantovani, che significato ha questa giornata per lei e per i ricercatori che saranno premiati?

Innanzitutto ha il significato di ricordarci, che come ha detto Bertrando Chartres, noi siamo dei nani sulle spalle di giganti e in questo caso il gigante è Umberto Veronesi, proprio perché siamo sulle spalle di giganti abbiamo il privilegio di guardare lontano, e guardare lontano vuol dire guardare ai nostri giovani e questa è un'occasione in cui guardiamo ai nostri giovani. Il sogno è che i nostri giovani portino avanti la coscienza, la conoscenza, la cultura della scienza e la trasmettano alla civiltà, alla società civile e quindi di nuovo, mi considero un privilegiato, di essere qui oggi, sulle spalle di un gigante assieme a tanti giovani.

In un'epoca caratterizzata da forti tagli, quanto è importante l'attività di organizzazioni no profit, come appunto la fondazione Umberto Veronesi, nel dare una speranza e un futuro a questi ragazzi e poi di riflesso a tutta la società?

Il nostro paese vive una dissociazione tra, la percezione del pubblico dell'importanza della ricerca scientifica, e un mondo politico che è incapace di fare scelte bipartisan di lungo periodo. Io voglio ricordare in questi giorni di Brexit che, di fronte alla preoccupazione della scienza nel Regno Unito sugli effetti di Brexit, il primo ministro May, ha deciso di stanziare 4 miliardi di sterline in più all'anno per i prossimi anni, e l'opposizione di Corbin si è detta non d'accordo, perché non era d'accordo? Perché bisognava stanziare di più. Ecco questo è il quadro in un paese avanzato, purtroppo non c'è nulla di questo tipo in questo paese e le charities come la fondazione Veronesi, sono lo strumento su cui possiamo contare, e veramente svolgono un ruolo indispensabile per la ricerca scientifica per dare speranza al paese, per dare speranza ai nostri giovani.