ADHD: cos'è e quanto è diffuso?
Intervista a Nardo Nardocci, responsabile del reparto di neuropsichiatria infantile, ospedale "Carlo Besta" di Milano
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Ho due figli e al più grande, all'età di 4 anni, fu diagnosticata una sindrome da disturbo di attenzione e iperattività. Quali probabilità ci sono che anche il mio secondo figlio, che ora ha la stessa età, sviluppi la condizioni?
Angela F. (Firenze)
La presenza di inattenzione l'insieme, questa mescolanza di inattenzione, iperattività e il disturbo del controllo degli impulsi, cioè impulsività di grado tale da determinare un documento al soggetto nella sua vita quotidiana in particolare per quanto riguarda la frequenza scolastica e la vita familiare. Comunque questo aumento di diagnosi negli Stati Uniti è evidente, sono dei dati epidemiologici, la sovrastima è verosimile, è difficile fare una valutazione assoluta perché il problema sono i criteri con cui la diagnosi viene effettuata, in sostanza. Ci sono anche situazioni in cui si ritiene, altri paesi in cui si ritiene che la diagnosi sia sottostimata, ma ancora una volta il problema sono i criteri con cui la diagnosi di ADHD viene definita. Vi sono numerose, tantissime, oramai la letteratura è molto, molto estesa vi sono alcuni elementi di sicura rilevanza per esempio la familiarità, questo ci deriva da studi sui gemelli, mono o dizigoti che segnalano una familiarità abbastanza importante per questa condizione. Vi sono elementi che suggeriscono un coinvolgimento di sistemi neurotrasmettitoriali, sistemi funzionali estrema volesse fare sistema neurotrasmettitoriali più frequentemente segnalati come possibilmente in gioco, sono il sistema dopaminergico e serotoninergico. Però la causa ultima, ammesso che sia unica la causa di una situazione di questo tipo, del disordine dello sviluppo di questo tipo, non è stata ancora precisata. Sono i segnali che sono il prodotto della triade tipica della sindrome clinica cioè l'inattenzione, sono bambini di cui è difficile catturare l'attenzione, sono completamente sempre distratti, ipercinetici come si dice, fanno una grande fatica ad adeguarsi ai criteri più o meno restrittivi della frequenza scolastica o della frequenza dell'asilo e sono bambini che hanno difficoltà appunto si consideri il controllo degli impulsi, sono bambini esplosivi eccetera. C'è una grande e numerosa letteratura sul trattamento farmacologico che viene suggerito come molto importante, ma da non utilizzare nei bambini in età prescolare, ricordo che la diagnosi o comunque questo tipo di disordine dello sviluppo può manifestarsi eventualmente anche nei bambini nell'età prescolare quindi il trattamento farmacologico sintomatico si giova soprattutto di psicostimolanti, anfetamine, c'è una grandissima letteratura e anche numerosi studi, numerosi trials condotti secondo criteri della medicina basata sull'evidenza che segnalano l'efficacia degli psico stimolanti in particolare degli anfetaminici. C'è tutta un'altra grande massa di letteratura che suggerisce l'utilità in alternativa o in associazione o appunto in alternativa di trattamenti di ordine psico educativo che però devono necessariamente includere la partecipazione sia familiare che viene molto segnalata la necessità e l'importanza anche degli insegnanti.