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Chemioterapia

Chemioterapia
 

CHE COS'È

Il termine "chemioterapia" viene utilizzato nel linguaggio comune per indicare i trattamenti farmacologici utilizzati contro il cancro. In realtà, il significato di questa parola è molto più ampio e comprende l'utilizzo di qualsiasi sostanza chimica in grado di aggredire ed eliminare in maniera mirata e selettiva un agente patogeno. Il termine è stato infatti coniato all'inizio del XX secolo dal microbiologo tedesco Paul Ehrlich per indicare l’uso di sostanze chimiche di origine sintetica per il trattamento delle patologie causate da agenti infettivi e solo nel corso degli anni il termine è stato esteso ai trattamenti farmacologici contro il cancro, facendo rientrare tra gli agenti infettivi anche quelle cellule dell’organismo che vanno incontro a degenerazione tumorale.

Si distinguono pertanto due tipi di chemioterapia:

  • chemioterapia antibatterica, il cui bersaglio è costituito da microorganismi patogeni contro i quali si utilizzano composti come gli antibiotici, che eliminano i batteri, e gli antivirali, che inibiscono alcuni virus
  • chemioterapia antineoplastica, dove il termina antineoplastica indica "contro la nuova crescita", proprio per specificare che il bersaglio del trattamento è rappresentato dalle cellule cancerose, trattate con farmaci chiamati antitumorali
 

COME AGISCE

Lo scopo della chemioterapia anti-tumorale è quello di rallentare e bloccare la crescita incontrollata delle cellule che costituiscono il tumore. I farmaci utilizzati sono chiamati anche citotossici in quanto interferiscono con il processo di divisione cellulare ed “uccidono” le cellule proprio durante la loro replicazione.

In virtù del loro meccanismo di azione, questi farmaci hanno un effetto maggiore sulle cellule che si moltiplicano più rapidamente, come appunto le cellule cancerose, e tanto più rapida è la crescita cellulare, tanto maggiore sarà l’effetto del farmaco antitumorale. Dato che una crescita incontrollata e rapida è una caratteristica delle cellule tumorali, i farmaci chemioterapici hanno un effetto maggiore sulle cellule cancerose che sulle cellule sane ma hanno conseguenze anche sulle cellule sane soggette a rapida replicazione (come ad esempio le cellule dei bulbi piliferi, quelle del sangue e quelle dell’intestino) e questo spiega gli effetti collaterali più comuni di questi trattamenti (perdita dei capelli, anemia, calo delle difese immunitarie, vomito, diarrea).

 

A COSA SERVE

In base allo scopo, la chemioterapia può essere classificata in quattro categorie:

  • chemioterapia curativa: viene effettuata con lo scopo di eliminare il tumore, inducendo la morte di tutte le cellule cancerose
  • chemioterapia neo-adiuvante: viene somministrata per ridurre il volume del tumore e rendere i trattamenti successivi (chirurgia e/o radioterapia) più efficaci e meno invasivi
  • chemioterapia palliativa: viene somministrata per rallentare la progressione della malattia e alleviare i sintomi nel caso in cui il tumore sia in uno stadio troppo avanzato e non possa essere eliminato del tutto
  • chemioterapia adiuvante: viene somministrata dopo la chirurgia e/o la radioterapia per distruggere eventuali cellule tumorali in circolo e ridurre il rischio che il tumore si ripresenti e dia origine a recidive
 

IN QUALI CASI È INDICATA

La necessità di effettuare una chemioterapia e il tipo di trattamento da usare vengono stabiliti dall’oncologo sulla base di diversi fattori, tra cui il tipo di tumore, l’organo colpito, il grado di diffusione della malattia e le condizioni generali del paziente.

In base a questi criteri e seguendo le linee guida di protocolli di cura definiti a livello internazionale, il medico stabilisce la strategia terapeutica più adatta per ogni paziente, ovvero il tipo di farmaco e la dose da usare, il numero di cicli necessari e se la cura sia da associare ad altri farmaci e/o a un intervento chirurgico e/o a radioterapia.

La chemioterapia è un trattamento sistemico che comporta numerosi effetti collaterali pertanto è necessaria un’attenta valutazione da parte dell’oncologo prima di procedere con il trattamento. Vi sono infatti alcuni casi in cui la chemioterapia potrebbe avere effetti negativi anche gravi sul paziente e tra questi ricordiamo:

  • primi tre mesi di gravidanza, in quanto la chemioterapia potrebbe causare danni all’embrione in crescita
  • gravi malattie renali o del fegato, in quanto la maggior parte dei farmaci chemioterapici è metabolizzata nel fegato ed eliminata attraverso i reni
  • infezioni in corso e interventi chirurgici recenti, in quanto la chemioterapia abbassa le difese immunitarie e potrebbe portare a complicanze
 

COME VIENE SOMMINISTRATA

La chemioterapia può essere somministrata in diversi modi a seconda del farmaco utilizzato, del tipo di tumore e della sua localizzazione. Le principali modalità di somministrazione sono:

  • per via endovenosa: è la più frequente e richiede un accesso venoso, ovvero un ingresso al circolo sanguigno aperto e accessibile per tutto il tempo della cura. Il farmaco può essere iniettato tramite:
    • siringa, quando la sostanza può essere somministrata in tempi brevi (non più di alcuni minuti)
    • flebo, quando il farmaco richiede un tempo di somministrazione variabile tra 30 minuti e alcune ore
    • pompa per infusione, quando il farmaco deve essere somministrato lentamente per diversi giorni o in un periodo di diverse settimane/mesi

Per raggiungere il circolo sanguigno senza dover cercare ogni volta la vena del braccio, sono stati ideati dei dispositivi specifici, chiamati cateteri, costituiti da tubicini molto sottili inseriti o nella vena del braccio o della mano (cateteri periferici) o nel torace per collegarsi alle grosse vene vicino al cuore (cateteri centrali). Una volta inserito, il catetere permette di somministrare il farmaco e prelevare sangue per diversi giorni e/o settimane/mesi, senza danni alle vene periferiche

  • per via orale: i farmaci sotto forma di compresse o capsule vengono assunti per bocca e forniti direttamente al paziente che li può prendere da solo a casa
  • per via intramuscolare: il farmaco viene iniettato nei muscoli della coscia o dei glutei. Consente un rilascio più lento del farmaco ma viene utilizzata molto raramente
  • per via sottocutanea: è utilizzata solo per alcuni tumori ematologici e prevede che il farmaco sia iniettato sottocute a livello della coscia, dell'addome o del braccio
  • per via arteriosa: il farmaco viene somministrato attraverso l’inserimento di una cannula all’interno dell’arteria principale che irrora il tumore. Questa tecnica è molto invasiva e utilizzata solo per il tumore al fegato in centri altamente specializzati
  • per via intratecale: viene utilizzata in alcuni casi di tumore cerebrale o leucemia e prevede la somministrazione del farmaco viene direttamente nel fluido cerebrospinale attraverso la colonna vertebrale
  • per via intracavitaria: il farmaco viene iniettato in una cavità naturale dell'organismo (come ad esempio all'interno della vescica, nel torace o nell'addome)
 

CHEMIOTERAPIA COMBINATA

In alcuni casi, la chemioterapia può prevedere l’uso di un solo tipo di farmaco ma generalmente si utilizzano più sostanze in combinazioni diverse, e si parla pertanto di chemioterapia o terapia antitumorale combinata. La combinazione di sostanze diverse consente di trarre vantaggio dalle diverse modalità con cui farmaci diversi aggrediscono le cellule tumorali colpendo contemporaneamente diversi meccanismi essenziali per la loro replicazione.

 

RESISTENZA ALLA CHEMIOTERAPIA

Alcuni tumori sono in grado di adattarsi alla terapia e diventare insensibili all’azione dei farmaci. Questo fenomeno prende il nome di resistenza alla chemioterapia ed è una delle principali cause del fallimento di un trattamento antitumorale.

Lo sviluppo di resistenze ai farmaci è insisto nel meccanismo di azione dei chemioterapici: quando un tumore viene esposto all’azione di un antitumorale, le cellule sensibili al farmaco muoiono subito mentre quelle in grado di resistere alla terapia vengono selezionate, continuano a moltiplicarsi e in poco tempo fanno si che tutto il tumore diventi resistente alla cura. Un altro dei fattori che potrebbe contribuire allo sviluppo di resistenze è la presenza della P-glicoproteina 1 sulla membrana cellulare che è in grado di trasportare il farmaco al di fuori della cellula tumorale, impedendogli cosi di esercitare la sua attività citotossica.

 

EFFETTI COLLATERALI

La chemioterapia può causare numerosi effetti collaterali, la cui entità può variare molto da individuo a individuo e a seconda del trattamento utilizzato. Questi effetti possono essere molto fastidiosi e avere un impatto significativo sulla qualità della vita del paziente, ma generalmente diminuiscono e/o scompaiono nei giorni successivi alla somministrazione o alla sospensione del trattamento e possono essere tenuti sotto controllo con la somministrazione di farmaci specifici. Dato che i farmaci chemioterapici agiscono maggiormente sulle cellule soggette a rapida replicazione, gli effetti collaterali principali sono a carico degli organi e dei tessuti caratterizzati da una elevata proliferazione cellulare, come ad esempio il midollo osseo, la mucosa che riveste la bocca e l’apparato digerente, la cute e i follicoli piliferi.

Tra gli effetti indesiderati più frequenti ricordiamo:

  • Stanchezza: la sensazione di spossatezza che accompagna la chemioterapia può essere molto intensa e prolungata e viene chiamata fatigue, termine inglese utilizzato anche in italiano proprio per indicare quel particolare tipo di stanchezza associata al trattamento chemioterapico. L’affaticamento da chemioterapia è molto comune e può essere dovuto ad una serie di fattori tra cui l’attività e l’accumulo dei farmaci, la mancanza di sonno, un’alimentazione non bilanciata, lo sviluppo di anemia
  • Nausea e vomito: anche questi disturbi sono piuttosto comuni e colpiscono circa la metà dei pazienti trattati con chemioterapici. Per tenere sotto controllo questi sintomi, il medico può prescrivere dei farmaci, gli antiemetici, che vengono generalmente somministrati insieme alla chemioterapia in vena e possono poi essere assunti anche a casa sia per bocca sia intramuscolo
  • Caduta dei capelli: non si manifesta sempre ma è tra gli effetti indesiderati più tipici della chemioterapia, nonché quello più difficile da accettare da un punto di vista psicologico. I capelli recuperano un aspetto normale 4-6 mesi dopo la fine della terapia, anche se ricrescendo può capitare che acquistino un colore diverso e/o risultino più ricci
  • Infezioni, anemia, sanguinamenti: la chemioterapia ostacola il normale processo di turnover delle cellule del sangue e questo può determinare una serie di conseguenze anche gravi. La diminuzione del numero di globuli bianchi può infatti causare una riduzione delle difese immunitarie e aumentare il rischio per il paziente di contrattare infezioni, la riduzione dei globuli rossi può portare ad anemia e infine la diminuzione delle piastrine può facilitare la formazione lividi e sanguinamenti
  • Disturbi digestivi: le cellule delle mucose dell'apparato digerente sono soggette a un continuo ricambio e pertanto sono particolarmente sensibili all’azione dei chemioterapici. I principali effetti collaterali in questo caso sono la formazione di ulcere sul rivestimento interno della bocca, con che rendono difficile per il paziente mangiare, bere e parlare, e la comparsa di diarrea o stipsi
  • Disturbi del sonno: la chemioterapia può alterare il ciclo sonno-veglia e avere effetti negativi sulla capacità di addormentarsi e/o di riprendere sonno durante la notte
  • Sessualità e fertilità: alcuni chemioterapici possono avere un effetto diretto sulla fertilità, compromettendo la capacità del concepimento e la maturazione degli spermatozoi ed inoltre il senso di stanchezza e la preoccupazione per la malattia possono togliere interesse per la vita sessuale durante le cure
  • Depressione: alcuni chemioterapici possono indurre ansia, agitazione, vertigini, insonnia o mal di testa. Inoltre convivere con il tumore e con gli effetti della chemioterapia è estremamente stressante e sottopone i pazienti ad ansia continua, dovuta principalmente alla preoccupazione per gli esiti delle terapie. In alcuni casi potrebbe pertanto essere necessario ricorrere ad un supporto psicologico per aiutare il paziente nel percorso di cura.

NOTA BENE: le informazioni in questa pagina non possono sostituire il parere e le spiegazioni del tuo medico


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