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Pediatria
Caterina Fazion
pubblicato il 07-03-2023

Ecco la ricetta per migliorare il linguaggio dei bambini



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C'è un gesto semplice ed economico che aiuta i nostri bambini a sviluppare il linguaggio: leggere ad alta voce, fin dai primi mesi di vita

Ecco la ricetta per migliorare il linguaggio dei bambini

Leggere ad alta voce ai bambini sviluppa le competenze linguistiche e di alfabetizzazione, rafforza le relazioni genitori-figli e getta le basi per il successo scolastico e lavorativo. Questi benefici sono noti per i bambini di oltre un anno, ma si può dire lo stesso anche per i più piccoli, a partire da pochi mesi di vita?

Secondo uno studio statunitense recentemente pubblicato pare proprio di sì: la lettura regolare è utile per aumentare i punteggi linguistici dei bambini già dai nove mesi di età e dovrebbe essere incoraggiata nella pratica clinica.

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LO STUDIO

I genitori o i tutori dei neonati che hanno dato il loro consenso a partecipare allo studio sono stati divisi in tre gruppi. Al gruppo A è stata consegnata una serie di venti libri scelti da un patologo del linguaggio, senza però aver ricevuto istruzioni sulla frequenza di lettura. Il gruppo B, invece, pur avendo ricevuto gli stessi libri, ha usufruito di istruzioni secondo le quali avrebbero dovuto leggere più di un libro al giorno ai propri bambini. Un terzo gruppo, il gruppo C, non è stato arruolato alla seconda settimana di vita del bambino, bensì nel terzo trimestre di gravidanza. Alle madri di questo terzo gruppo, oltre alle istruzioni del gruppo B, è stato mostrato un breve video sull'importanza dello sviluppo cerebrale nel primo anno di vita del bambino, a partire dalla 34esima settimana di gestazione. A tutti i gruppi è stato consegnato un diario per registrare la frequenza di lettura. Come si sono comportati i genitori?

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LA FREQUENZA DI LETTURA

In occasione delle visite di controllo, effettuate a due, quattro, sei, nove e dodici mesi sono state analizzate le frequenze di lettura. Secondo i risultati i partecipanti sono stati divisi in due gruppi: il primo dove ai bambini erano stati letti almeno sette libri a settimana e il secondo, popolato soprattutto da genitori del gruppo A, meno di sette.

I dati demografici relativi all'età gestazionale, all'istruzione della madre, all'istruzione del padre, al numero di adulti e bambini nel nucleo familiare e all'età dei genitori erano simili per i gruppi A e B; il gruppo C si differenziava solo per il livello di istruzione materna, risultato più elevato in base a gli anni di scolarizzazione. Si parla di 15,2 anni rispetto ai 13,4 del gruppo A e 13,7 del gruppo B.

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GLI ESITI SUL LINGUAGGIO

Durante le visite di controllo i bambini sono stati valutati con un test basato sul colloquio con il caregiver, il Receptive-Expressive Emergent Language Test, in grado di fornire un punteggio circa il livello di linguaggio espressivo, ricettivo e combinato. I risultati visibili su una curva a campana simile al QI, sono stati valutati da un patologo del linguaggio certificato.

Aumenti significativi nei punteggi relativi al linguaggio sono stati osservati nei bambini a cui sono stati letti almeno 7 libri a settimana a partire dal nono mese di vita. Le somiglianze iniziali indicano che i bambini molto piccoli non sono intrinsecamente dissimili all'inizio, e l'ampliamento della significatività mostra probabilmente l'effetto cumulativo della lettura regolare.

«Un libro al giorno è un obiettivo facile da raggiungere per le nuove famiglie», riflette Adam M. Franks professore di salute della famiglia e della comunità presso la Joan Edwards School of Medicine e autore dello studio. «Vedere che c'è un miglioramento misurabile nel linguaggio e nella comprensione prima di un anno è molto eccitante e i veri vincitori sono i bambini e le famiglie che hanno partecipato al progetto e che hanno tratto beneficio dall'esperienza di co-lettura».

 

CONSIGLI UTILI

Grazie a questo studio è plausibile pensare che con un semplice intervento ambulatoriale si possa migliorare lo sviluppo del linguaggio espressivo e ricettivo dei neonati fino a un anno di età, e di conseguenza il loro futuro successo linguistico e accademico, come afferma la letteratura attuale. È chiaro che questi interventi possono e devono iniziare già in età precoce. In che modo?

Oltre a leggere con costanza almeno un libro al giorno, sarebbe meglio prediligere un ambiente stimolante per la lettura a casa, situazione che aumenta l'attivazione neurologica nelle aree cerebrali coinvolte nelle competenze linguistiche di ordine superiore, compresa l'elaborazione semantica e l'immaginazione mentale. Inoltre, il legame genitore-bambino derivante dall’esperienza di lettura condivisa e routinaria condiziona positivamente il funzionamento psicosociale dei genitori e il comportamento del bambino. Perché i genitori siano messi nelle condizioni di iniziare precocemente a leggere ai propri bambini sarebbe importante promuovere la presenza di biblioteche pubbliche e programmi di lettura nazionali.

 

UN BUON INIZIO

Lo studio, per quanto promettente, presenta un campione piuttosto limitato: si parla di una ventina di bambini per ogni gruppo (A, B e C). Per questo motivo la ricerca futura dovrebbe prevedere la conferma di questi risultati su scala più ampia. Inoltre, si dovrebbe esplorare l'impatto dei determinanti sociali, come la disponibilità dei genitori a leggere dal punto di vista culturale, psicologico e lavorativo. Si potrebbe anche prendere in considerazione la possibilità di espandere questo modello per valutare le differenze genetiche, linguistiche e persino dei supporti di lettura. È un buon inizio, che merita approfondimenti futuri. Certo è che leggere, fin da piccolissimi, è sempre una buona idea.

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Caterina Fazion
Caterina Fazion

Giornalista pubblicista, laureata in Biologia con specializzazione in Nutrizione Umana. Ha frequentato il Master in Comunicazione della Scienza alla Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (SISSA) di Trieste e il Master in Giornalismo al Corriere della Sera. Scrive di medicina e salute, specialmente in ambito materno-infantile


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