Chiudi
Pediatria
Serena Zoli
pubblicato il 21-07-2023

Nel primo anno di vita i maschi “parlano” più delle femmine



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

L’idea diffusa è che le bimbe siano più precoci nel parlare invece i maschietti le superano del 10 per cento. Dopo l'anno, il sorpasso

Nel primo anno di vita i maschi “parlano” più delle femmine

L’abitudine, per i bambini molto piccoli, è di pensare che le ‘femminucce’ siano più precoci e più chiacchierine dei ‘maschietti’. Invece arriva uno studio dall’Università di Memphis, Tennessee (Usa) a stupire affermando che nel primo anno di vita sono i maschi a parlare per primi e di più. “Parlare” non è la parola adatta: si tratta di strilli, di vocali e consonanti in libertà, di suoni tipo “ba” e “aga”. Comunque sia, in queste vocalizzazioni i bambini, almeno nel primo anno e poco più, battono le bambine.

 

INDAGINE SULL’ORIGINE DEL LINGUAGGIO

Veramente il gruppo di ricercatori, capitanato dal professor D. Kimbrough Oller, non stava cercando la differenza tra i sessi agli esordi della comunicazione, bensì intendeva indagare le origini del linguaggio nell’infanzia. E loro per primi si erano sorpresi della predominanza nei primi mesi di vita dei gorgheggi dei bimbi maschi in una loro prima e ristretta ricerca del 2020 uscita su Current Biology.

Download

REGISTRATI

per scaricare o sfogliare il materiale

Infanzia e adolescenza

CONTENUTO PLUS

Contenuto
Plus

Sei già registrato? ACCEDI

TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

 

SOTTO ESAME 5.899 BAMBINI

Nel nuovo studio, pubblicato su iScience, il materiale a disposizione era “enorme”, come hanno commentato loro stessi, trattandosi di 450 mila ore di registrazioni per giornate intere di 5.899 infanti. Registrazioni che, data la mole, sono state analizzate automaticamente per contare le espressioni di piccoli e adulti nei primi due anni di vita. «Questa è la più grande base per ogni studio mai condotto sullo sviluppo del linguaggio», ha notato il professor Oller.

 

I MASCHI 10 PER CENTO IN PIÙ DI SUONI

In totale i dati hanno mostrato che i maschietti emettevano il 10 per cento in più di suoni delle femmine nel primo anno di vita mentre nel secondo anno queste passavano davanti con un 7 per cento in più di vocalizzazioni. Da notare che nelle registrazioni si sentivano gli adulti che si occupavano dei bambini parlare di più con le femmine, dunque sollecitarle di più, forse proprio perché si aspettavano più “risposte” da queste. Come mai questa supremazia maschile nel primo anno? I ricercatori dicono che potrebbe essere perché i bimbi maschi sono più attivi in generale. D’altra parte, tuttavia, i dati non sembrano sostenere questa idea in quanto la precocità vocale sparisce nel giro di 16 mesi mentre il maggiore attivismo fisico no.

 

NEL PRIMO ANNO MUOIONO DI PIÙ DELLE BAMBINE

Allora potrebbe venire in aiuto una teoria sull’evoluzione: forse i bambini emettono così tanti suoni per esprimere il loro star bene e migliorare le loro probabilità di sopravvivere, suggerisce Oller. Perché, infatti, i maschi dovrebbero “parlare” più delle femmine nel primo anno di vita e non più tardi? «Pensiamo sia perché sono più vulnerabili e hanno tassi di morte più alti delle bambine nel primo anno di vita. Potrebbe essere che su di loro pesi una speciale pressione selettiva che li induce a esprimere suoni di benessere - ha spiegato il professor Oller. - Nel secondo anno di vita, quando le percentuali di morte crollano su tutta la linea, la pressione per segnalare lo star bene è minore sia per i maschi sia per le femmine». Di conseguenza, conclude, in quanti si occupano dei bambini i loro segnali di star bene suscitano sentimenti di affetto e volontà di investire nel benessere dei piccoli che vocalizzano in modo particolarmente efficace.

Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina