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Pediatria
Serena Zoli
pubblicato il 13-02-2019

I maltrattamenti fanno «invecchiare» i bambini


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violenza

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Le sofferenze subite in età infantile sembrano influire sull'età biologica dell'organismo e causare alterazioni della crescita. Lo studio dell'Università di Washington

I maltrattamenti fanno «invecchiare» i bambini

La violenza sui bambini va ben oltre i lividi, le escoriazioni, la paura. Si inscrive nel corpo, tra circuiti cerebrali ed espressioni del Dna. E sembra poter  condizionare la crescita e la salute futura. 

LE SOFFERENZE DA PICCOLI INFLUISCONO SULL'ETÀ BIOLOGICA?

Il confronto tra violenza subìta e le alterazioni della crescita proviene da uno studio realizzato dall’Università di Washington, che ha controllato e misurato la storia dei maltrattamenti subìti da bambini e adolescenti: sia attraverso colloqui con loro e con i rispettivi familiari sia compiendo indagini sul Dna attraverso campioni di saliva. A essere coinvolti sono stati quasi 250 giovani di età compresa tra 8 e 16 anni. Un quarto aveva dichiarato di aver subito abusi sessuali. Il 42 per cento, invece, era stato soggetto a violenza fisica, mentre il 16 per cento aveva sperimentato insicurezza nel cibo e nel mantenimento in genere, oltre all'essere stato trascurato. I ricercatori hanno trovato che i ragazzi esposti a maggiori maltrattamenti mostravano un’età maggiore di quella anagrafica a livello epigenetico e cellulare, così come uno sviluppo puberale più precoce. Come se il loro fisico avesse subito un’accelerazione. In aggiunta, i ricercatori di Washington hanno considerato i possibili legami tra crescita dell’età cellulare e sviluppo puberale anticipato, con sintomi depressivi. E, in effetti, hanno constatato che l’accelerazione nell’età epigenetica va di pari passo con più alti livelli di depressione.


L'ETA' DEL CORPO SULL'OROLOGIO EPIGENETICO

Paola De Rose, neuropsichiatra infantile all’Ospedale pediatrico Bambin Gesù di Roma, avverte che c’è una letteratura crescente di studi mirati sui meccanismi neurobiologici in presenza di maltrattamento. «Per epigenetica si intende l’espressione del gene, il modo con cui una caratteristica può manifestarsi anche senza aver modificato il gene. Esiste un orologio epigenetico regolato sulla base di meccanismi biochimici che modulano il Dna». Questa ricerca è stata fatta in centri con macchinari in grado di leggere appunto i valori dell’età biologica della cellula. Come si può interpretare questa accelerazione della crescita? «In realtà, più che crescere nel senso di espandersi, è come se l’organismo invecchiasse prima - puntualizza l'esperta -. I maltrattamenti sembrano stimolare circuiti cerebrali che, a loro volta, attivano i circuiti dello stress. Una violenza determina un aumento della produzione di cortisolo, l'ormone dello stress che va a legarsi a recettori cerebrali presenti nell’amigdala, l'area del cervello che regola le emozioni e nell’ippocampo, dove si fissano le memorie traumatiche». 
 

COME RIMEDIARE AGLI ABUSI? 

Nella ricerca c’è molta attenzione nello studio dei meccanismi alla base dei maltrattamenti su bambini e adolescenti «Se arrivassimo a comprendere quali meccanismi la violenza altera, potremmo capire meglio quali terapie potrebbero essere più efficaci per guarire o prevenire gli esiti psicopatologici. I meccanismi epigenetici, i modi cioè in cui si esprime il Dna, sono reversibili: cambiando le condizioni ambientali, potrebbero modificarsi. A differenza del Dna, che è inalterabile». Un esempio per capire meglio: «Una donna ha quel viso, quella data bellezza. E diciamo che quello è il Dna. Ha però la possibilità di truccarsi, di cambiare abiti, pettinatura. Ecco, tutto questo è come fosse l’aspetto epigenetico. Che posso sempre cancellare per tornare al viso-Dna». Nel caso dei bambini e ragazzi vittima di trascuratezza, secondo a quanto riportato nell'ultima ricerca, il corpo rallenterebbe la crescita verosimilmente per risparmiare e far durare le scarse risorse disponibili. Ma nel caso della violenza, cosa accade all’organismo di un bambino o un adolescente? Qual è l'obbiettivo a cui si punta? «Verosimilmente il timore di morire, di finire ucciso dalle botte, fa come scattare una spinta: io ho poco tempo da vivere, devo sbrigarmi a crescere», prosegue De Rose.

 

GLI ABUSI MINANO ANCHE LA VITA ADULTA 

Ancora più spaventosa, letta dall’interno, è la già insopportabile storia dei piccoli maltrattati. Che non porteranno solo il peso dei ricordi di violenza, ma segni concreti e duri nel corpo. Gli adulti che hanno subito questa accelerazione epigenetica in giovanissima età, risultano, infatti, all’indagine degli studiosi, più colpiti da cancro, disturbi cardiovascolari, declino cognitivo. La speranza, allora, è che aiutarli a rimuovere le tracce dolorose delle sofferenze subite, allora, potrà forse essere un modo per aiutarli anche ad essere adulti più sani.


Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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