Chiudi
Cardiologia
Daniele Banfi
pubblicato il 23-08-2023

Aspirina negli anziani: inutile se non si è a rischio



Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

L'utilizzo dell'acido acetilsalicilico non riduce il rischio infarto ed ictus nelle persone in buono stato di salute. Al contrario aumenta il rischio sanguinamento

Aspirina negli anziani: inutile se non si è a rischio

Nelle persone anziane in salute l'utilizzo dell'aspirina a basse dosi in chiave preventiva per infarti e ictus non porta alcun beneficio. Non solo, in queste persone aumenta il rischio emorragia. E' questo, in estrema sintesi, il risultato che emerge da uno studio pubblicato sulle pagine della rivista JAMA. Un risultato in linea con quanto ottenuto da altre analisi che dimostra ancora una volta la necessità di non iniziare il trattamento di prevenzione cardiovascolare in chi non è a rischio.

FLUIDIFICARE IL SANGUE

Una delle strategie più utilizzate per prevenire il rischio di formazione di coaguli responsabili di infarti e ictus prevede l'utilizzo di farmaci in grado di "fluidificare" il sangue. Uno di queste, utilizzato da molti anni, è l'acido acetilsalicilico (aspirina). Ma se negli individui che hanno già avuto un evento cardiovascolare il suo utilizzo riduce le possbilità che ne avvenga un secondo, l'assunziona a basse dosi di aspirina come prevenzione primaria non sempre sembra essere una buona strategia, almeno negli anziani in buono stato di salute.

Download

REGISTRATI

per scaricare o sfogliare il materiale

Cuore in salute

CONTENUTO PLUS

Contenuto
Plus

Sei già registrato? ACCEDI

TRATTAMENTO DEI DATI PERSONALI

AUMENTA IL RISCHIO SANGUINAMENTO

Secondo lo studio pubblicato su JAMA, realizzato a partire dai datidel trial clinico "Aspirin in Reducing Events in the Elderly (ASPREE)", l'utilizzo dell'aspirina a basso dosaggio negli anziani in salute che non hanno mai avuto un evento cardiovascolare, non solo non riduce il rischio che ciò si verifichi ma è anche associato ad un aumentato rischio di emorragia cerebrale. Nell'analisi, durata oltre 4 anni coinvolgendo quasi 20 mila persone sopra i 70 anni, in particolare il rischio di emorragia in chi usava aspirina è risultato superiore del 38% rispetto a chi non ne faceva uso. 

ASPIRINA NON INDICATA NEI SOGGETTI NON A RISCHIO

Quanto ottenuto è solo l'ultimo di una serie di risultati che vanno proprio nella direzione del non utilizzo dell'aspirina nelle persone non a rischio. Il risultato è dunque chiaro: in assenza di particolari condizioni e senza una storia pregressa di eventi cardiovascolari, l'utilizzo dell'aspirina come strategia di prevenzione primaria di infarti e ictus non porta ad un beneficio ed espone ad un aumentato rischio di sanguinamento.

Sostieni la ricerca scientifica d'eccellenza e il progresso delle scienze. Dona ora.

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Dona ora per la ricerca contro i tumori

Sostieni la vita


Scegli la tua donazione

Importo che vuoi donare

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista è redattore del sito della Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina