Artefice e ispiratore della Fondazione, medico, scienziato e umanista, Umberto Veronesi si è spento questa sera. «Se c’è qualcosa che somiglia al concetto di anima è la forza del nostro pensiero»
“Andate avanti, perché il mondo ha bisogno di scienza e ragione». Questa la raccomandazione con cui Umberto Veronesi ci ha lasciati.
Si è spento questa sera nella sua casa milanese, circondato dai suoi cari. Il 28 novembre avrebbe compiuto 91 anni. Umberto Veronesi è stato una figura di riferimento per la lotta ai tumori e la cultura scientifica internazionale. Artefice e ispiratore della Fondazione che dal 2003 porta il suo nome, più di ogni altro ha dato impulso e innovazione alla ricerca medica italiana e ha rivoluzionato la percezione della malattia oncologica.
A chi gli chiedeva della vecchiaia e della morte rispondeva: «Non ho paura di morire, è un compito biologico di ogni essere vivente, per lasciare spazio a nuove generazioni. Da medico mi appassionano gli studi sulla longevità ma il nostro vero obiettivo deve essere non solo vivere più a lungo, ma godere del tempo guadagnato, in uno stato di salute che consenta una vita attiva del corpo e soprattutto della mente. È qui, nel nostro cervello che credo stia il segreto della longevità, non dare nulla per scontato, coltivare la curiosità, il desiderio e la trasgressione, senza adeguarsi mai alle regole che non possiamo condividere».
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DI UMBERTO VERONESI
Della sua professione diceva: «Bisogna amare la gente per fare il medico, se non sai ascoltare il malato, se non ti chiedi di cosa ha paura e cosa desidera, sei poco più di un bravo tecnocrate». Per lui la scienza e l'etica non avevano ragione di esistere l'una senza l'altra. «Tutto è concesso all'uso della scienza per l'uomo, nulla è concesso all'uso dell'uomo per la scienza». Al tempo stesso compito della scienza era aprirsi al mondo, farsi comprendere e comprendere, dialogare con la società, anche con quella più distante. E prendere posizione, osare affrontare i grandi temi della vita, assumersi responsabilità. Ha preso posizione su importanti temi etici e sociali, fra cui il diritto all’autodeterminazione del malato, anche nel fine vita, l’opposizione all’ergastolo, i diritti degli omosessuali, il diritto all’asilo dei migranti. Privilegio e fardello degli uomini mai banali, non destare impressioni neutre, non attrarre apprezzamenti tiepidi rassicuranti. Piuttosto, opinioni anche duramente avverse, oppure affetto sincero.
Libertà di pensiero, solidarietà, etica, tolleranza. Continueremo il cammino iniziato insieme.
La camera ardente in Sala Alessi, a Palazzo Marino, sarà aperta giovedì 10 novembre (dalle 11 alle 22,30) e venerdì 11 (dalle 8,30 alle 11), a seguire cerimonia.