Dai «Limoni per la ricerca» novantamila euro per finanziare tre scienziati

L'iniziativa, realizzata tra il 19 e il 30 aprile, s'è rivelata un successo grazie alla sinergia tra l'azienda e i marchi della Gdo. Duecentoventicinquemila le retine vendute

Il risultato è andato oltre ogni più rosea aspettativa. «Abbiamo raccolto novantamila euro, che ci permetteranno di finanziare tre ricercatori nel 2018», annuncia Marianna Palella, giovane (24 anni) amministratore delegato di Citrus Italia, che con la prima edizione dell'iniziativa dei «Limoni per la ricerca» ha già gettato le basi per portare avanti la collaborazione tra l'azienda romagnola e la Fondazione Umberto Veronesi. Un risultato che la stessa Palella non teme di definirlo «clamoroso» e che l'anno venturo andrà a sommarsi a un impegno già promesso da Citrus Italia: il sostegno di due ricercatori, così come già avvenuto quest'anno.


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Duecentoventicinquemila le retine vendute, pari a 112mila chili di limoni. Valore assoluto: oltre 506mila agrumi spremuti. Citrus Italia ha voluto fare i conti per presentare i risultati a tutti coloro che hanno scelto di aderire all'iniziativa e sottolineare l'importanza del gesto compiuto. Un simile traguardo, secondo Palella (nella foto la seconda da destra, al suo fianco Monica Ramaioli, direttore generale della Fondazione Umberto Veronesi), è stato raggiunto «grazie alla sinergia creatasi tra l'azienda e i marchi della Grande Distribuzione Organizzata che hanno scelto di affiancarci. Siamo riusciti a far capire l'importanza della ricerca scientifica: sia per i pazienti di domani sia per i ricercatori di oggi, che hanno così un'opportunità in più per non dover fare i bagagli».


Il successo ottenuto dall'iniziativa lascia pensare al bis. Un'idea che Citrus Italia ha già in mente, anche se rimane da definire la collocazione nel tempo. «Ci riproveremo, questo è sicuro», chiosa Palella. Tutto troppo bello e vero: potere di un limone.

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