Lucarini Valeria

NOTE BIOGRAFICHE:

  • Nata a Frosinone nel 1988
  • Laureata in Biotecnologie Mediche presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”
  • PhD in Scienze e Tecnologie Biomediche presso l’Università degli Studi di Roma “Roma Tre”


Nuove strategie per il neuroblastoma ad alto rischio (leggi l'intervista)

2021

Nuovi approcci di immunoterapia per la cura del neuroblastoma

Il microambiente che circonda il tumore svolge un ruolo fondamentale nella progressione del cancro. Il trattamento con chemioterapici richiama nel microambiente le cellule del sistema immunitario, come i linfociti T (CD8+), la cui presenza è stata associata a una prognosi favorevole poiché capaci di aumentare la risposta verso il tumore. La recente scoperta dei checkpoint immunitari (simili a “interruttori” del nostro sistema di difesa) ha contribuito allo sviluppo di terapie – chiamate nel loro insieme immunoterapia – capaci di rinvigorire la risposta immunitaria contro il tumore.

I risultati sono promettenti negli adulti, ma l'efficacia di questi approcci non è stata ancora completamente dimostrata nei tumori pediatrici, incluso il neuroblastoma ad alto rischio. Obiettivo del progetto sarà identificare nuove strategie terapeutiche per potenziare la risposta anti-tumorale mediata dai linfociti T (CD8+). A questo scopo verranno prodotte delle colture di sferoidi tumorali (strutture 3D che simulano la vera struttura della neoplasia) provenienti dai tessuti di pazienti con neuroblastoma, così da sviluppare nuove terapie personalizzate.

Dove svilupperà il progetto:

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

Area

Oncologia

2020

Nuovi approcci terapeutici contro il neuroblastoma ad alto rischio

Il microambiente che circonda un tumore svolge un ruolo cruciale nella progressione del cancro. In diversi tumori solidi, il trattamento con chemioterapici stimola il richiamo di cellule del sistema immunitario nel microambiente, capaci di aumentare la risposta verso la neoplasia. Questa scoperta ha contribuito allo sviluppo di terapie capaci di rinvigorire la risposta antitumorale agendo sulle cellule immunitarie (immunoterapia). Nonostante i risultati promettenti, tuttavia, l’efficacia contro i tumori pediatrici non è stata ancora completamente dimostrata – come nel caso del neuroblastoma ad alto rischio. Obiettivo del progetto sarà valutare l’efficacia di una terapia basata sull’utilizzo di farmaci chemioterapici e anticorpi specifici, mediante un approccio chiamato “organo-su-chip”. Tale studio consentirà di monitorare in tempo reale il movimento e le interazioni tra cellule immunitarie e cellule tumorali su organoidi tumorali (strutture 3D che simulano la vera struttura della neoplasia). Le analisi sugli organoidi, creati a partire da tessuti umani e di topo, consentiranno di sviluppare nuovi approcci di immunoterapia per la cura dei pazienti affetti da neuroblastoma ad alto rischio.

Scopo del progetto: identificare nuove strategie terapeutiche per potenziare la risposta immunitaria anti-tumorale nel neuroblastoma ad alto rischio.

Dove svolgerà il progetto:

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

Area

Oncologia

2019

Nuovi approcci nello studio del neuroblastoma ad alto rischio

Il microambiente che circonda un tumore svolge un ruolo cruciale nella progressione del cancro. È noto che in diversi tipi di tumori solidi il trattamento con farmaci chemioterapici stimola il richiamo nel microambiente di cellule del sistema immunitario, che possono contribuire a combattere la neoplasia. Un’altra strategia utile per contrastare i tumori è l’utilizzo di composti capaci di evitare che le cellule malate “spengano” le cellule immunitarie, agendo sui cosiddetti “sistemi di controllo immunitario”. Attualmente non ci sono informazioni sull'efficacia di un’azione combinata di questi due approcci (chemioterapia e immunoterapia) nel neuroblastoma, il tumore solido extracranico più comune dell'infanzia. Questo progetto ha lo scopo di valutare l’efficacia dei farmaci chemioterapici utilizzati nella terapia del neuroblastoma in combinazione con molecole attive sui sistemi di controllo immunitario. L’utilizzo dell’approccio in vitro “organo-su-chip” consentirà di monitorare in tempo reale le interazioni tra le varie componenti cellulari riproducendo la situazione in vivo. La combinazione di farmaci più promettente verrà poi testata sui topi.

DOVE SVILUPPERÀ IL PROGETTO:

Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, Roma

Area

Oncologia
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