Anche quello omosessuale è un amore puro
Dal gesto estremo di Andrea, ragazzo «diverso», che si è tolto la vita a soli 15 anni una riflessione su omosessualità, amore e intolleranza
La settimana scorsa ho dato spazio al post di una suora, Mariarita Falco, che commentava su Huffington Post il gesto estremo di Andrea, ragazzo «diverso», che si è tolto la vita a soli 15 anni. Diceva la religiosa davanti a questa assurda tragedia parole che condivido in pieno. Ma qualche lettore ha osservato che quelle parole sono condivisibili sì, ma sono dette da una religiosa. E io da laico non avevo da aggiungere un mio pensiero? Certamente. Io penso che il dramma di Andrea, che schiacciato da insulti e ingiurie ha preferito togliersi la vita, suoni condanna alla nostra società, che, nonostante le apparenze, non è ancora capace di riconoscere l’esistenza e il valore dell’amore universale. L’amore fra esseri umani è fatto di rispetto per l’altra persona e di solidarietà; due persone si amano perché sentono il desiderio di aiuto reciproco, il bisogno di protezione, condivisione di idee e di passioni, di principi e di valori. L’amore allora può essere diverso e può esistere, con intensità e modalità diverse, fra padri e figli, nonni e nipoti, fratelli e sorelle, amici, donne e uomini, donne e donne, uomini e uomini.
E l’attrazione sessuale, che può esistere e non esistere, è anch’essa un’espressione di amore. E’ in questa accezione dell’amore che il sentimento che unisce un uomo a un uomo e una donna a una donna è altrettanto rispettabile e puro. L’uomo che decide di scegliersi come compagno di vita, non sceglie il padre o la madre dei propri figli, ma la persona in sé. D’altronde è in atto una evoluzione antropologica della nostra specie che sta delineando un «modello unico» della coppia, in cui le differenze tra uomo e donna si attenuano. E si affievolisce anche la competizione tra i sessi che lentamente porterà a una omologazione dei ruoli sociali. Ed ecco che sta nascendo una nuova forma di intendere l’amore, più ampia, che contempla anche l’omosessualità intesa non più come una deviazione, né la bisessualità come perversione, ma come libera scelta di amare chi ci comprende, chi ha le nostre stesse passioni e con il quale ci sentiamo di condividere un tratto o tutta la vita.
La tragedia del giovane Andrea dimostra che culturalmente la nostra società è lontana da questa visione dell’amore. Rimaniamo ancorati ad atteggiamenti intolleranti che condannano o nascondono una diversa espressione della sessualità. E dimentichiamo che nella civiltà greca, romana e altre l’omosessualità era una condizione normale e accettata. Dietro questi episodi di omofobia, purtroppo, si nasconde una serie di altre intolleranze verso altre diversità: quella etnica e quella religiosa.
Umberto Veronesi