Un’indagine con ecografo tridimensionale mostra che al quarto mese di gestazione il feto si muove già con una preferenza per la mano destra o la sinistra
Si è mancini o destrimani già nel grembo materno. Lo hanno visto ricercatori di Trieste e di Padova seguendo i movimenti di 29 feti con un ecografo tridimensionale per 20 minuti ogni volta. E hanno constatato che alla diciottesima settimana di gestazione (4 mesi e mezzo) i bimbi usavano la mano preferita per movimenti di precisione come toccarsi la bocca e gli occhi o, più liberamente, sferrare pugni alla parete uterina. Per i genitori può essere solo una curiosità sapere in anticipo se il figlio o la figlia sarà mancino o destrimane, così come se è femmina o maschio. Comunque la ricerca dissuade dal tentativo, che era sempre messo in atto fino a qualche decennio fa, di correggere chi è mancino e farne un destrimane.
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LA MANO LEGATA
Racconta un cinquantenne: «Io sono mancino di natura, per questo alle elementari mi legavano dietro la schiena la mano sinistra per obbligarmi a usare la destra. Era considerato un difetto da togliere». «La nostra ricerca mostra che una tendenza piuttosto che l’altra è ben radicata, affonda nella genetica», spiega la dottoressa Valentina Parma, ricercatrice presso la Scuola internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa) di Trieste, che firma lo studio con Umberto Castiello, docente di psicobiologia e psicologia fisiologica all’Università di Padova.
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VERIFICA AI NOVE ANNI
Pubblicata su Scientific Reports, l’indagine ha avuto la tappa finale nove anni dopo, quando si è andati a verificare nei bimbi e nelle bimbe ormai grandicelli, soprattutto capaci ora di scrivere, se la predizione venuta dall’ecografia uterina si era avverata. Dice ancora Parma: «Sì, la predizione è apparsa avverata. Dei 29 presi in esame 25 si sono confermati destrimani e 4 mancini. Il che rientra nei dati della popolazione generale dove circa il 90% è destrimane».
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IL NEONATO DISORGANIZZATO
Racconta la ricercatrice della Sissa che appena nato, uscendo dal liquido amniotico ed entrando in un ambiente dominato dalla forza di gravità, il neonato perde le capacità motorie così evolute e precise che aveva nella pancia della mamma e si deve riorganizzare. Ci vorranno quattro mesi perché il piccolo riesca ad afferrare un oggetto, qualche anno per disegnare, altri anni perché scriva, manifestando appieno qual è la sua mano preferita.
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PATOLOGIE DA ASIMMETRIE
La capacità predittiva del metodo usato dai ricercatori di Trieste e di Padova sembra un buon punto di partenza per l’individuazione precoce di patologie caratterizzate da asimmetrie cerebrali, tipo depressione, schizofrenia e disturbi dello spettro dell’autismo. «In effetti uno dei motivi della ricerca era quello di verificare le possibilità della cinematica fetale», conclude Valentina Parma. E questa cinematica fetale potrebbe condurre a identificare nuovi marker per intervenire in uno stadio precoce su problemi dello sviluppo.
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.