In Europa la mortalità per infezioni resta bassa. A fare più danni sotto i 5 anni sono due tipi di batteri contrastabili con la vaccinazione
Le infezioni batteriche sono a tutt'oggi un pericolo per i bambini. Anche in Europa, dove la mortalità resta limitata anche per questo tipo di causa rispetto a aree del mondo con meno risorse, la sepsi e le infezioni rappresentano un rischio grave per bambini e adolescenti, nonostante la disponbilità di antibiotici e vaccini. Non solo: a fare più danni nei piccoli sotto i 5 anni restano infezioni batteriche prevenibili attraverso vaccinazione, come quelle da pneumococco e da meningococco.
LO STUDIO
Sulla rivista Lancet sono stati pubblicati i risultati di un'indagine condotta in sei paesi europei (Gran Bretagna, Austria, Germania, Lituania, Spagna e Olanda) per valutare, nella fascia d'età 0-18 anni, l'impatto delle infezioni batteriche gravi, ovvero tali da mettere a rischio la vita. Lo studio (European Union Childhood Life-threatening Infectious Disease Study EUCLIDS) ha mostrato che ancora oggi la sepsi e le infezioni focali severe rappresentano un "peso sostanziale" fra i ricoveri ospedalieri pediatrici.
Sono stati considerati oltre 2.840 casi ammessi in 98 ospedali fra il 2012 e il 2015. L'età media al ricovero era di circa tre anni e al 43 per cento dei piccoli pazienti è stata diagnosticata una sepsi, nota anche come setticemia, una reazione abnorme dell'organismo a un'infezione. La più diffusa patologia infettiva grave è risultata essere la polmonite (nel 18 per cento dei casi), seguita dalle infezioni del sistema nervoso centrale (16,5 per cento, fra cui si contano anche le meningiti), e le infezioni della pelle e dei tessuti molli (8,7 per cento).
I principali microrganismi "colpevoli" sono risultati il neisseria meningitidis, lo stafilococco aureo e lo streptococco del gruppo A. In poco meno di 4 casi su 100 c'è stato bisogno di un ricovero in terapia intensiva pediatrica. Anche se gravi, le infezioni si sono potute curare nella gran parte dei casi (98 per cento), ma il 2,2 per cento dei piccoli inclusi nello studio non ce l'ha fatta, la gran parte di loro era stata colpita da sepsi.
MORTALITÀ RIDOTTA, MA TANTI CASI EVITABILI
Gli autori hanno sottolineato la buona notizia, ovvero come sia circoscritta la mortalità in Europa per i bambini ospedalizzati a causa di sepsi o infezioni severe. Ma hanno anche fatto notare che il peso di queste malattie, soprattutto per i piccoli al di sotto dei 5 anni, è dovuto in gran parte a infezioni da meningococco e da pneumococco, malattie contrastabili con vaccinazioni disponibili su tutto il territorio europeo. Inoltre ci sono ancora problemi sul piano della diagnosi: nella metà dei casi di ricovero per infezioni, infatti, l'agente patogeno scatenante rimane sconosciuto.
INFEZIONI PEDIATRICHE NEL MONDO
Nel mondo le infezioni restano la prima causa di morte per i bambini di età compresa fra un mese e cinque anni, sono responsabili di oltre un quarto dei decessi nell'infanzia. I numeri sono andati assottigliandosi, nel tempo, grazie soprattutto alla copertura vaccinale e alla capacità di identificare in tempo utile i casi di sepsi. Ma rimangono severi e ogni anno le vittime globali sono tre milioni.
Fonti
Life-threatening infections in children in Europe (the EUCLIDS Project): a prospective cohort study, The Lancet, 2018
Donatella Barus
Giornalista professionista, dirige dal 2014 il Magazine della Fondazione Umberto Veronesi. E’ laureata in Scienze della Comunicazione, ha un Master in comunicazione. Dal 2003 al 2010 ha lavorato alla realizzazione e redazione di Sportello cancro (Corriere della Sera e Fondazione Veronesi). Ha scritto insieme a Roberto Boffi il manuale “Spegnila!” (BUR Rizzoli), dedicato a chi vuole smettere di fumare.