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Neuroscienze
Serena Zoli
pubblicato il 21-12-2017

Depressione stagionale: ecco l’inverno col suo blues



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Con le giornate corte e fredde, in chi è predisposto, può comparire la depressione stagionale. Fra le caratteristiche del disturbo, la tendenza a mangiare di più, soprattutto carboidrati

Depressione stagionale: ecco l’inverno col suo blues

Arriva puntualmente ogni autunno-inverno. Adesso ci siamo in pieno come periodo, è la depressione stagionale. Tristezza d’inverno. Tanto più che in prossimità del Natale si carica, per alcuni, del Christmas Blues: quell’invidia dolorosa per quanti comprano regali, godono delle mille luci, si prospettano feste, hanno una famiglia felice con cui stare insieme. Quelli con la depressione stagionale non sanno godere della promessa della festa, tutt’altro, e si sentono soli (anche quando in realtà non lo sono).


L'esercizio fisico (anche lieve) allontana la depressione


I FATTORI DI RISCHIO

Per fortuna non succede a tutti. Come per gli altri disturbi dell’umore e affettivi il Sad si instaura se la persona ha una predisposizione biologica, una vulnerabilità che lo rende fragile davanti alle giornate più corte, più buie, più fredde. Secondo il National Institute of Mental Health americano, i fattori di rischio per la depressione stagionale (esiste anche quella per l’estate) sono l’età, il sesso, la distanza dall’equatore e una storia di depressione o altri disturbi dell’umore. Per l’età gli studi hanno dimostrato che sono più predisposti i giovani adulti (in misura di 2 a 1) e per il sesso le donne si ammalano più degli uomini (quattro volte di più, secondo alcune ricerche).

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DALLA DEPRESSIONE? 

COME SI MANIFESTA LA DEPRESSIONE STAGIONALE

Tra i sintomi vengono riportati in particolare un senso di stanchezza che si cerca di alleviare con l’ipersonnia, umor nero cronico, un forte desiderio di carboidrati, che possono condurre a un aumento di peso eccessivo. La depressione stagionale può interferire pesantemente sulla produttività e sul proprio modo di vivere giorno per giorno quando i sintomi - se accentuati - possono impedire alla persona di uscire di casa, di vedere gente, di impegnarsi in una delle normali attività che normalmente lo interessavano.


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LA FOTOTERAPIA CONTRO IL WINTER BLUES 

Che fare contro la mancanza di spinta, la sensazione di inutilità, una stanchezza debilitante? Una prima risposta potrebbe essere una lampada. Non quella di Aladino, ma un’altra che potrebbe non far miracoli, ma alleviare la vostra tristezza sì. Se alla base dello scatenarsi della depressione stagionale nel grigio autunno-inverno è l’insufficienza di sole, si può contrattaccare con la terapia della luce, detta anche fototerapia. È fondamentale consultare il proprio medico curante o uno specialista ed evitare il fai-da-te, sia per la scelta della lampada che per le modalità di esposizione. Gli specialisti suggeriscono, in generale, che sia piuttosto grande, fluorescente e meglio di luce bianca (o anche blu, ma mai gialla). Il dato tecnico fondamentale è che l’attrezzo generi almeno diecimila lux e che sia apposito per il trattamento della depressione stagionale e non per altri fini (molte, per esempio, al fine di curare la psoriasi o altre affezioni della pelle), che siano adeguate sul profilo della sicurezza (con filtri UV, che non danneggino occhi e pelle, ad esempio).

Il medico che ha individuato e battezzato il Sad nel 1984 si chiama Norman Rosenthal e sue sono queste istruzioni per l’uso:

- Procuratevi una lampada adatta, più grande che piccola.

- Piazzate la lampada su un posto adatto e stabile a casa o al lavoro, o in ambedue i luoghi.

- Sedete di fronte alla lampada accesa tra 20 e 90 minuti al giorno.

- Cercate di catturare luce dalla vostra lampada la mattina presto, prima che potete.

- Assicuratevi di star seduti di modo che la corretta quantità di luce arrivi ai vostri occhi

- Ripetete queste sedute ogni giorno finché dura la stagione a rischio.


La lampada terapeutica va comunque integrata dalla «caccia al sole» appena ce n’è un po’, con camminate all’aperto, fuori dai coni di ombra.

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CONTROLLARE LA DIETA 

La ricerca ha rivelato che le persone sofferenti di Sad tendono a consumare più carboidrati, soprattutto dolci e alimenti ricchi di amido, e, comunque, a mangiare di più (al contrario di quanto avviene nella depressione classica). Dunque, è necessario imporsi un controllo dietetico per non ingrassare. Un altro micronutriente, invece, viene a mancare: con sempre meno sole il nostro corpo non riesce a produrre la vitamina D. Sempre dalla ricerca viene l’indicazione che se la vitamina D aumenta nel nostro organismo diventa più facile porre un argine alla depressione stagionale.

PSICOTERAPIA E FARMACI

In mancanza della forte luce del giorno, ci si può procurare questo micronutriente tramite alcuni cibi come per esempio: salmone ricco di D-3, uova dotate di D-2 e D-3, gli omega 3 contenuti soprattutto nei pesci. Infine sull’American Journal of Public Health l’anno scorso è apparsa una ricerca che promuoveva frutta e verdura come una spinta alla felicità e al benessere. Un’altra ricerca di qualche tempo fa, condotta in Nuova Zelanda e pubblicata su Plos One, ha dimostrato che questo tipo di alimenti innalzava l’umore dei giovani adulti, su cui lo studio era impostato. E l’esercizio fisico? Farebbe benissimo, ma chi ha il morale a terra tutto vuole fuorché muoversi. Eppure sarebbe di grande aiuto anche una piccola passeggiata non tutti i giorni, come risulta da alcuni studi. In ogni caso la forma stagionale si può curare come la depressione generale: si è dimostrata valida la psicoterapia cognitivo-comportamentale così come sono efficaci i farmaci antidepressivi.


Serena Zoli
Serena Zoli

Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.


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