Come soppesare benefici e rischi della terapia ormonale sostitutiva per i sintomi della menopausa. Il consiglio dell'esperta
Buonasera, ho 48 anni e sono entrata in menopausa tre anni fa. Assumo da allora una pasticca al giorno a base di tibolone, come terapia ormonale sostitutiva. La ginecologa mi ha detto che potrei prenderla a vita ma volevo anche un vostro parere, purtroppo a ciò aggiungo che diversi motivi personali non ho potuto avere figli, ho più rischi di avere tumori rispetto a una donna che ha avuto figli e che è entrata in menopausa magari dopo i 50 anni?
Grazie in anticipo per l’attenzione.
Francesca
Risponde Rossella Nappi, Ordinario di Ginecologia e Ostetricia presso l’Università degli studi di Pavia e Presidente della Società Internazionale della Menopausa.
Gentile signora,
La terapia con tibolone, usata in Italia da più di trent’anni, è efficace e sicura a lungo termine. Agisce infatti sui sintomi della menopausa quali vampate di calore, sudorazione notturna, secchezza e fragilità della mucosa vaginale, disturbi dell’apparo genito-urinario e previene l’osteoporosi.
È sicura perché il rischio aumentato di tumore al seno è minimo rispetto a quello delle donne che non fanno ricorso alla terapia ormonale sostitutiva (TOS). Bisogna ovviamente però valutare rischi e benefici in relazione alle caratteristiche individuali e alla storia clinica della singola paziente.
Tenuto conto che il range della media della menopausa è compreso tra i 47 e i 53 anni (nella maggior parte dei casi si verifica tra i 50 e 51 anni), e nel suo specifico caso la menopausa ha giocato con un po’ di anticipo, sicuramente è utile proseguire con l’assunzione di Livial fino ai 56-57 anni. Ovviamente la premessa è la valutazione attenta da parte del suo ginecologo di fiducia che conosce in maniera dettagliata la sua storia personale.
Per quanto concerne, invece, la nulliparità, ossia il non aver avuto figli, il fattore di rischio per il tumore alla mammella è in sé lievemente aumentato, a prescindere dalla TOS. Si tratta infatti di un fattore preesistente e che non viene acuito dall’assunzione di tibolone.
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