Più si fuma e più la materia grigia perde volume. È un’accelerazione del fenomeno dell’invecchiamento
Fumare fa restringere il cervello. Non bastando i danni a polmoni e cuore, ora si sa che le sigarette riducono il volume della materia grigia. Fenomeno che di solito si accompagna all’invecchiamento, dunque si può immaginare l’affacciarsi di qualche pecca nella memoria e il non raggiungimento del massimo delle proprie potenzialità. Anzi, la ricerca da cui viene questa notizia, afferma chiaramente che i fumatori sono a rischio aumentato di declino cognitivo e di Alzheimer.
Il lavoro, pubblicato sulla rivista scientifica Biological Psychiatry: Global Open Science, è firmato dalla psichiatra Laura Bierut della Washington University School of Medicine in St. Louis che ha condotto uno studio su oltre 30.000 volontari attingendo alla Biobank del Regno Unito. A dire il vero l’associazione fumo e volume cerebrale era nota da tempo, ma non si riusciva a stabilire quale dei due fenomeni fosse la causa e quale l’effetto. Ora lo studio americano è riuscito a chiarire che è il tabacco a creare problemi cerebrali. Nell’indagine della dottoressa Bierut sono state considerate anche le componenti genetiche che possono influire sia sulla predisposizione al fumo, al fumare di più, oltre che alla difficoltà a smettere, sia sui volumi cerebrali.
EFFETTO DANNOSO AD OGNI SIGARETTA
L’”invecchiamento” precoce della nostra materia grigia avviene giorno dopo giorno. Ogni sigaretta aggiunge la sua pur minima parte al processo di blocco dei vasi sanguigni più piccoli che portano ossigeno ai polmoni, al cuore e anche al cervello. La nicotina è un vasocostrittore. E più si fuma, più si restringe la materia grigia. E non sembra esserci possibilità di recupero. Smettere di fumare è indubbiamente un vantaggio sotto molti aspetti, anche per il cervello: dalla riduzione del rischio di demenza a quello di un possibile ictus, e non è certo poco. Tuttavia, nel caso specifico della riduzione dei volumi cerebrali, lo stop al fumo non restituisce neanche uno dei neuroni perduti, stando ai risultati dello studio.
"RIDOTTI" ANCHE I POLMONI
«È la stessa cosa che succede con i polmoni – osserva lo pneumologo Roberto Boffi, responsabile del Centro antifumo dell’Istituto nazionale dei tumori di Milano. – Le sigarette riducono anche il volume dei polmoni e se si smette di fumare non si recupera il volume perduto. È ovvio, poi, che se hai dei polmoni più piccoli respiri meno bene».
IL DANNO SUL CERVELLO GIOVANE
Sulla genetica, Boffi ritiene utile sottolineare che si tratta di una predisposizione, non di una “necessità” imposta dalla biologia. E richiama l’attenzione sulla gravità di cominciare a fumare nell’età dello sviluppo, quando almeno fino ai 18 anni il cervello è ancora in formazione. «In una realtà non del tutto definita possono provocarsi alterazioni che poi restano, di maggiore o minore serietà».
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Fonti
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.