L'impatto della vaccinazione contro Covid-19 comincia a farsi sentire. Laddove si è avanti con la campagna calano i nuovi casi e i ricoveri
I vaccini contro Covid-19 stanno cambiano la traiettoria della pandemia. Se sino a qualche mese fa l'efficacia di questi strumenti era stata valutata nei trial clinici su un numero relativamente ristretto di persone -diverse migliaia, rispetto alla popolazione totale-, oggi cominciano ad arrivare i primi confortanti risultati ottenuti su un gran numero di individui. Riduzione nel numero di nuovi casi, diminuzione dei ricoveri e blocco della trasmissione virale sono tra i principali effetti dovuti alla vaccinazione. Risultati importanti osservati in quelle nazioni avanti con la campagna di distribuzione dei vaccini.
LABORATORIO ISRAELE: CAMBIA L'IDENTIKIT DEL MALATO
Per osservare l'impatto della vaccinazione sulla popolazione non c'è miglior modo che guardare ad Israele, dove 87 persone su 100 hanno ricevuto il vaccino e sul totale siamo al 53% di copertura della popolazione. Somministrato in primis nella popolazione più vulnerabile, ovvero le persone più anziane, nelle prime settimane il vaccino ha cambiato l'identikit dei ricoverati. Se prima delle somministrazioni i ricoveri sopra i 60 anni rappresentavano il 60-80% del totale, immunizzati i più anziani gli accessi agli ospedali riguardano ora in gran parte (60%) gli under-60. Ma adesso che la vaccinazione sta raggiungendo le altre fasce di popolazione, le curve di riduzione dei nuovi casi e delle ospedalizzazioni cominciano a somigliare tra loro, segno dell'effetto della vaccinazione.
INGHILTERRA: CALANO I CASI NEGLI OVER-80
Un'altra nazione dove la vaccinazione, seppur non paragonabile ad Israele, è particolarmente avanti è l'Inghilterra. Anche in questo caso nei dati preliminari rilasciati dal ministero della Salute inglese, il vaccino di Pfizer-BioNTech ha ridotto notevolmente i nuovi casi negli over-80. Con una prima dose la riduzione dei nuovi casi è stata del 57% e del 75% di casi gravi. Con la seconda dose la riduzione di casi si è attestata all'88%, segno che il vaccino sta funzionano in maniera efficace.
SCOZIA: DRASTICA RIDUZIONE DELLE OSPEDALIZZAZIONI
Buone notizie giungono anche dalla Scozia. Secondo i dati rilasciati dal servizio di salute pubblica, la vaccinazione già con una sola dose ha portato ad un crollo nel numero dei ricoveri tra chi ha ricevuto il vaccino. In particolare la riduzione è stata del 94% per il vaccino AstraZeneca e dell'85% per Pfizer-BioNTech. Un'altra evidenza di quanto la campagna vaccinale stia funzionando "sul campo".
IN ITALIA CALANO I NUOVI CASI TRA IL PERSONALE SANITARIO
Altri dati a supporto dell'ottimo impatto della vaccinazione sulla popolazione è relativo al nostro Paese. Nelle scorse settimane, in un periodo di relativa stabilità nel numero dei contagi, si è registrata una netta diminuzione dei positivi nelle persone che hanno ricevuto la vaccinazione. Dal momento che nel nostro Paese gli operatori sanitari sono stati i primi a ricevere il vaccino, i nuovi casi sono diminuiti del 64%.
IL VACCINO PFIZER BLOCCA LA TRASMISSIONE
Ma c'è un'altra grande notizia circa l'efficacia delle vaccinazione. Negli studi che hanno portato al loro via libera questi vaccini si sono dimostrati utili nel prevenire lo sviluppo della malattia in una percentuale elevatissima (94% e oltre). Prevenire lo sviluppo dei sintomi però non significa aver vinto la battaglia contro il coronavirus. Ciò che ancora restava da capire era se i vaccini avessero anche capacità di immunità sterilizzante, ovvero la capacità di un vaccino non solo di bloccare il decorso della malattia ma anche di bloccarne la trasmissione virale. Dal "laboratorio Israele" arriva ora la conferma grazie ad uno studio pubblicato sulle pagine del New England Journal of Medicine. Confrontando 600 mila persone che hanno ricevuto il vaccino Pfizer-BioNTech con altrettante ancora non vaccinate, il vaccino si è dimostrato efficace nell'evitare l'infezione nel 92% dei casi. Un risultato straordinario: la vaccinazione non è solo utile per evitare la malattia ma anche per ridurre la circolazione del virus.
Fonti
Daniele Banfi
Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.