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Antonella Cremonese
pubblicato il 01-03-2013

Col freddo si rischia la pelle



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Non metaforicamente ma realmente il primo organo a risentirne è la cute che viene penalizzata dall’afflusso di sangue verso organi più importanti come cuore e fegato, lasciando indifesi i piccoli capillari sottocutanei di mani e piedi. Ecco come difendersi

Col freddo si rischia la pelle

Il freddo polare di questo inverno, accompagnato da una notevole umidità, è un nemico dichiarato della pelle. Non c’è bisogno di frequentare le grandi altitudini di montagna, il rischio di patologie dovute al freddo è presente ogni volta che si esce di casa, anche in pianura.

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PROTEZIONE CLIMATICA

Secondo uno studio francese, tra le numerose funzioni di protezione svolte dalla pelle, c’è quella di fare barriera contro le variazioni climatiche, e in particolare contro il raffreddamento. L’adattamento circolatorio al freddo, che mira a preservare la normale temperatura corporea interna, può tuttavia avere delle conseguenze negative a livello della pelle, penalizzata dall’afflusso di sangue verso gli organi «nobili», come il cuore, il fegato, lo stomaco. Il sangue accorre verso questi organi, e nel frattempo i piccoli capillari sottocutanei delle mani e dei piedi risentono di questo dirottamento. Inoltre, succede spesso che case  e uffici presentino un’atmosfera secca e surriscaldata, che  anch’essa  è nemica della pelle, e ne determina un disseccamento: essendo l’aria più secca, lo strato corneo della pelle si mete in equilibrio con la concentrazione acquea dell’ambiente che ha intorno, e perde umidità. Meno ben idratata, la pelle diventa più sensibile agli effetti nocivi del freddo.

PELLE E FREDDO

Ma quali sono le patologie da freddo che colpiscono la nostra epidermide? Sono di parecchi tipi. Prima di tutto, succede che la pelle subisce come un effetto di stiracchiamento, che produce delle microfissurazioni, per cui la pelle appare come pizzicata e mangiucchiata. Inoltre la secchezza della pelle è all’origine di irritazioni, arrossamenti e dermatosi, soprattutto sul viso dei bambini, nonché degli anziani, che già hanno una pelle fragile e disidratata. E’ un fastidio che può diventare un dolore quando le fessurazioni si estendono alle mani e ai piedi. Le labbra sono ugualmente coinvolte nel fenomeno, in quanto mancano di secrezione di sebo, e facilmente si screpolano se non vengono protette da una pomata apposita.

I GELONI

Il passo successivo sono i geloni, che appaiono anche quando il freddo non è molto intenso (8 o 10 gradi) ma è accompagnato da una forte umidità. Sono i geloni, gonfiori rossi e doloranti, lesioni infiammatorie che si presentano come una tumefazione rossastra, che provoca formicolìo e che impallidisce quando la si preme. I geloni si manifestano soprattutto sulle dita delle mani e dei piedi, e talvolta sul naso e sui padiglioni delle orecchie. Caso curioso, possono apparire anche sul lato interno delle cosce di coloro che fanno jogging non sufficientemente coperti o che oppure hanno qualche problema di circolazione. Sono arrossamenti che danno prurito e provocano grattamenti, infiammandosi sempre più. I geloni danno dolore e prurito soprattutto al momento in cui si passa dal freddo al caldo, tanto è vero che si raccomanda di riscaldarsi gradualmente, e di evitare d’infilarsi sotto una doccia calda, come si vorrebbe fare dopo esser stati al gelo. La guarigione è spontanea entro 2-3 settimane, ma a volte sopravvengono piaghette ed infezioni che richiedono cure a parte.

LA CURA

I consigli contro le lesioni da freddo? Usare creme con fattori protezione  specifici, che frenano l’evaporazione di acqua dai tessuti della pelle.

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