I risultati di uno studio condotto su oltre 35mila uomini attestano l’inefficacia protettiva dei due micronutrienti contro il rischio di tumore
Assunti in giuste quantità vitamina E e selenio possono contribuire a migliorare la salute. La prima riducendo il rischio di malattie cardiovascolari, rafforzando la vista e rallentando il declino cognitivo. L’altra, grazie a proprietà antiossidanti, combattendo l’invecchiamento, migliorando la funzionalità tiroidea e fluidificando il sangue. Ma se l’apporto dietetico o l’integrazione eccedono, i risvolti possono essere dannosi specie per l’uomo che vedrebbe aumentare le probabilità di tumore della prostata. Ad affermarlo sono i risultati di uno studio pubblicato sul Journal of National Cancer Institute.
LO STUDIO
Sono stati arruolati, nello studio SELECT (Selenium and Vitamin E Cancer Prevention Trial), oltre 35mila uomini con l’obiettivo di stabilire se l’assunzione di una alta dose di vitamina E (400UI) al giorno e/o di selenio (200 microgrammi) potesse proteggere dall’insorgenza di tumore alla prostata. Le premesse iniziali sono state tutte disattese e hanno indotto a concludere lo studio anche prima de tempo: «La ricerca ha consentito di annoverare anche la vitamina E e il selenio fra gli integratori di nutrienti che, assunti in quantitativi molto superiori alle dosi raccomandate, possono aumentare il rischio di cancro», commenta Alan Kristal, del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle e primo autore dello studio. Secondo la ricerca, l’integrazione di selenio in soggetti con livelli di base già elevati aumenterebbe il rischio di tumore della prostata ad alto grado fino al 91%, mentre la vitamina E se assunta in presenza di bassi livelli di selenio iniziali inciderebbe del 63% sullo sviluppo di malattia. Occorre precisare che i livelli di micronutrienti somministrati sono di molto superiori a quelli consigliati e raggiungibili soltanto attraverso l'integrazione della dieta.
IL PARERE DELL’ESPERTO
«Molti studi sono ancora necessari per conoscere gli effetti cellulari di queste due sostanze – commenta Patrizio Rigatti, direttore dell’unità operativa di Urologia dell’Istituto Auxologico Italiano di Milano – ed è necessario ricordare che ad oggi non esiste nessuna raccomandazione circa l'uso di selenio e vitamina E per la prevenzione del tumore alla prostata». I risultati della ricerca statunitense sono comunque condivisi anche in Italia. «Il trial SELECT - dichiara l’urologo - non sembra essere in contraddizione con l'ipotesi di indagini precedenti, sia nella popolazione umana sia nel modello animale, riguardanti una relazione tra i livelli sierici di selenio e il rischio aumentato di sviluppare un tumore della prostata, se il selenio resta al di sotto e al di sopra di 120-137 ng/ml. Più complessa, e meritevole di ulteriori indagini, è invece l'interpretazione del ruolo della Vitamina E, il cui incremento dietetico, su modello animale, influirebbe sul metabolismo del selenio riducendone i livelli plasmatici».
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