Chiudi
Pediatria
Roberta Altobelli
pubblicato il 27-12-2023

Malaria: il vaccino funziona. In Africa cala la mortalità


Tag:

malaria

Aggiungi ai preferiti

Registrati/accedi per aggiungere ai preferiti

RTS,S, il primo vaccino approvato per la prevenzione della malaria, in 4 anni ha ridotto del 13% le morti tra i bambini e del 22% i casi di malattia grave

Malaria: il vaccino funziona. In Africa cala la mortalità

Il primo vaccino approvato per combattere la malaria ha ridotto le morti tra i bambini africani del 13% in quasi 4 anni. Lo ha rivelato l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), in occasione della riunione annuale dell’American Society of Tropical Medicine and Hygiene. L’ampia analisi, condotta in seguito al lancio pilota del vaccino detto RTS,S (oppure noto col nome commerciale di Mosquirix) e realizzata da GlaxoSmithKline, ha dimostrato, inoltre, una riduzione del 22% della malaria grave nei bambini che hanno ricevuto tre dosi di vaccino. Lo studio pilota ha coinvolto, in particolare, gli Stati di Ghana, Kenya e Malawi, dove ogni anno nascono centinaia di migliaia di bambini.

 

CHE COS'È LA MALARIA?

La malaria rimane una delle principali cause di malattia e mortalità in tutto il mondo. Il Plasmodium falciparum, che ne è la causa, è un parassita che viene trasmesso all’uomo dalle zanzare femmine infette che appartengono al genere Anopheles. Si tratta di un patogeno complesso, che è in grado di mettere in atto molti meccanismi di evasione e sfuggire al nostro sistema immunitario. Per questo, lo sviluppo di un vaccino efficace contro la malaria ha rappresentato una grande sfida per molti decenni. L’impatto del vaccino RTS,S risulta, quindi, considerevole, soprattutto alla luce dei risultati poco brillanti circa la durata della protezione che erano stati osservati negli studi clinici. Al contrario, questo contesto molto più ampio di vita reale ha fornito dati solidi. Il calo della mortalità potrebbe tradursi in decine di migliaia di vite salvate se l’RTS,S, di cui l’OMS ha approvato l’uso diffuso nel 2021, venisse utilizzato su più ampia scala. Nel 2021, infatti, la malaria ha ucciso circa 468.000 bambini sotto i 5 anni nell’Africa sub-sahariana. Diciassette Paesi della regione hanno già ottenuto l’approvazione per ricevere le dosi, che inizieranno a essere distribuite il prossimo anno.

 

RTS,S: IL PRIMO VACCINO APPROVATO

La storia del vaccino RTS,S è iniziata in seguito alla pubblicazione dei risultati degli studi clinici, resi noti nel 2015, in cui aveva mostrato un’efficacia del 36,3% contro la malaria clinica nei bambini, a 4 anni dalla vac-cinazione. Successivamente, in un progetto pilota da 70 milioni di dollari, commissionato dall’OMS e lanciato nel 2019, vennero vaccinati quasi 2 milioni di bambini in tre Paesi africani (Ghana, Kenya e Malawi). Il progetto aveva il compito di valutare l’impatto del vaccino nel mondo reale, sia sui decessi che sulla malaria grave, e di determinare se potesse essere inserito nei programmi di vaccinazione infantile di routine, senza interferire con la somministrazione di altri vaccini. L’OMS aveva anche chiesto ai ricercatori di esaminare eventuali problemi di sicurezza, osservati nella precedente sperimentazione clinica di fase 3. Infatti, durante gli studi clinici, il vaccino era stato associato allo sviluppo di meningite e a una grave complicanza dell’infezione, nota come malaria cerebrale. I dati pubblicati nel 2021, dopo la prima esperienza dello studio pilota voluto dall’OMS, hanno mostrato che, in realtà, i potenziali problemi di sicurezza non si sono verificati in seguito alla somministrazione in centinaia di migliaia di bambini in più rispetto agli studi clinici, portando l’OMS ad approvare il vaccino.

 

L'IMPATTO DELLA VACCINAZIONE SULLA MORTALITÀ

Per calcolare la mortalità nei tre Paesi, dove le statistiche dei registri dei decessi sono poco affidabili, i ricercatori hanno impiegato decine di migliaia di reporter comunitari (più di 14.000 dei quali solo in Kenya) per condurre le indagini in 79 aree in cui il vaccino RTS,S è stato somministrato e 79 aree di confronto in cui non era disponibile. I ricercatori hanno anche confrontato i tassi di mortalità dei bambini idonei per età a ricevere tre dosi di vaccino con quelli dei bambini più piccoli, che non erano idonei a ricevere la vaccinazione, sia nelle aree dove il vaccino era disponibile che in quelle dove non era disponibile. Il confronto, che ha coperto un arco di tempo di 46 mesi, ha rivelato un calo della mortalità del 13%, escluse le morti accidentali, attribuito a RTS,S. I ricercatori hanno utilizzato lo stesso metodo per rilevare il calo del 22% della malaria grave, contando i ricoveri negli ospedali “sentinella”, designati nelle aree in cui i bambini erano stati vaccinati e in quelle di confronto. Visti i risultati, è stato anche ipotizzato che, oltre a prevenire la malaria, il vaccino RTS,S sia in grado di “allenare” il sistema immunitario, in modo da estendere il beneficio protettivo anche contro altre infezioni. Inoltre, la somministrazione di RTS,S nei bambini di età compresa tra 5 e 24 mesi non ha inficiato in alcun modo con l’adozione di altri vaccini infantili e non ha causato un calo nell’uso delle zanzariere, come mezzo di prevenzione.

 

GLI ALTRI VACCINI IN COMMERCIO

Durante lo scorso mese di ottobre, anche un secondo vaccino contro la malaria, chiamato R21, ha ottenuto l’autorizzazione dell’OMS e, probabilmente, sarà disponibile a un prezzo inferiore e in quantità maggiori rispetto a RTS,S. Si prevede che l’aggiunta di R21 all’elenco dei vaccini contro la malaria raccomandati dall’OMS si tradurrà in una fornitura di vaccini sufficiente a beneficio di tutti i bambini che vivono in aree in cui la malaria rappresenta un rischio per la salute pubblica. La raccomandazione di questo nuovo vaccino deriva dai risultati di studi clinici che hanno dimostrato una elevata efficacia (se somministrato appena prima dell’alta stagione di trasmissione) e sicurezza. I due vaccini raccomandati dall’OMS, R21 e RTS,S, non sono stati testati in uno studio comparativo per cui, ad oggi, non ci sono prove che dimostrino che un vaccino funzioni meglio dell’altro. Per questo, la scelta del prodotto da utilizzare nei vari Paesi si baserà soprattutto sulla disponibilità delle forniture, sull’accessibilità economica e sui programmi vaccinali.

 

LE STRATEGIE DI PREVENZIONE DELLA MALARIA

Fino ad ora, la prevenzione della malaria si è basata (e si baserà ancora in futuro, finché non saranno adottati i nuovi vaccini in modo esteso) su due metodi complementari: la chemioprofilassi e la protezione contro le punture di zanzara. In Europa, la chemioprofilassi contro la malaria è riservata solo ai viaggiatori diretti nei Paesi dove la malattia è endemica. La scelta dei farmaci dipende dalla destinazione del viaggio, dalla durata della potenziale esposizione ai vettori, dalla stagionalità della trasmissione, dall’età del viaggiatore e dall’eventuale stato di gravidanza. Nei paesi endemici, la chemioprofilassi è raccomandata, in alcuni casi, anche nei bambini piccoli e nelle donne incinte, a seconda del livello di endemicità e della stagionalità della trasmissione. A causa delle abitudini alimentari notturne della maggior parte delle zanzare anopheles, che rappresentano il vettore principale del parassita che causa la malaria, la trasmissione avviene principalmente di notte. La protezione contro le punture di zanzara comprende, quindi, l'uso di zanzariere (preferibilmente reti trattate con insetticida), l'uso di indumenti che coprano la maggior parte del corpo e l'uso di repellenti per insetti sulla pelle esposta.

Infine, tra le strategie di prevenzione della malaria rientra anche il controllo delle zanzare. Le misure adottate dipendono principalmente dalla specie, dal ciclo biologico, dal contesto epidemiologico, dai costi e dall’accettabilità da parte delle popolazioni. Le principali misure, attualmente, si concentrano sulla riduzione del contatto tra zanzare ed esseri umani, sulla distruzione delle larve, mediante la gestione ambientale e l’uso di larvicidi o predatori di larve di zanzara, e sull’eliminazione delle zanzare adulte mediante insetticidi. Recentemente, è stato proposto anche un approccio di editing genetico, tecnica di biologia molecolare che permetterebbe di intervenire in maniera precisa sul DNA delle zanzare anopheles attraverso la tecnologia CRISPR/Cas9, come strumento per produrre e introdurre in natura zanzare non fertili e bloccare la trasmissione della malaria. Tuttavia, questo approccio pone problemi etici e relativi all’equilibrio degli ecosistemi in cui queste zanzare vivono.

 

GLI ULTERIORI STUDI IN CORSO

Grazie all’eccezionale impegno di ricerca che ha permesso di produrre i vaccini contro la Covid-19, potrebbero presto diventare disponibili ulteriori opzioni di vaccinazione per la malaria. Alla fine del 2022, ad esempio, BioNTech, il cui vaccino a mRNA contro il nuovo coronavirus è stato commercializzato a livello globale da Pfizer, ha annunciato un piccolo studio clinico di fase 1 per testare un nuovo vaccino a mRNA contro la malaria. La sperimentazione, condotta negli Stati Uniti su 60 volontari sani, fa parte del programma BNT165, che ha lo scopo di sviluppare nuovi vaccini in grado di riconoscere differenti antigeni del Plasmodium falciparum. Allo stesso tempo, l’azienda sta anche lavorando alla creazione di impianti di produzione mobili da implementare in Africa, in modo che vaccini e altri prodotti farmaceutici possano essere prodotti direttamente dove sono necessari. Vaccini a mRNA sono anche in fase di sviluppo da parte di altre company, come il gruppo di Nirbhay Kumar della George Washington University. Un altro vaccino candidato per la prevenzione della malaria ha recentemente dimostrato di essere efficace in studi su adulti che hanno avuto precedenti infezioni. Lo studio, condotto presso l’Università del Maryland, negli USA, si basa su forme inattivate dello sporozoite, cioè lo stadio vitale in cui il Plasmodium falciparum si sviluppa all’interno delle zanzare, per poi infettare nuovi ospiti. Somministrato in tre iniezioni, questo vaccino sembra avere almeno il 46% di efficacia per un periodo di 18 mesi.


Articoli correlati


In evidenza

Torna a inizio pagina