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Redazione
pubblicato il 23-08-2022

Diabete di Tipo 1 nei bambini, cosa fare?



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Anche i bambini possono avere il diabete di tipo 1. Come monitorare le glicemie? Come agire in caso di iperglicemia o ipoglicemia? La parola all’esperto

Diabete di Tipo 1 nei bambini, cosa fare?

Cosa fare quando viene diagnosticato il Diabete di Tipo 1 a un bambino di sei anni?

Cristina (domanda pervenuta via mail)

Risponde il dottor Stefano Fazion, Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale di Diabetologia e Malattie Metaboliche dell’Ospedale Carlo Poma di Mantova

 

Cara Cristina,

il diabete di tipo 1 in bambini così piccoli ha, solitamente, un esordio acuto, che spesso richiede l’ospedalizzazione. In carenza assoluta di insulina, infatti, non solo le glicemie sono alte, ma iniziano anche a essere prodotti i corpi chetonici, metaboliti acidi che potrebbero portare il bambino a una chetoacidosi, una complicanza molto seria che può arrivare fino al coma se non riconosciuta e trattata per tempo. Durante l’ospedalizzazione, si approfitta non solo per curare il bambino idratandolo e somministrando insulina, ma anche per iniziare a fornire al piccolo e ai suoi genitori tutte le informazioni necessarie per la gestione della malattia. Come prima cosa, i sanitari, alle volte aiutati da uno psicologo, devono far capire al bambino e alla famiglia l’importanza di non abbattersi. Il diabete di tipo 1, infatti, modifica in maniera importante la vita del bambino e della famiglia, ma una vita normale è del tutto possibile, basta essere pronti a qualche sforzo in più.

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COME TENERE A BADA GLI ZUCCHERI?

L’aiuto della famiglia, specialmente per bambini così piccoli, è fondamentale per monitorare e gestire le glicemie con costanza e preparazione. Anche i bambini, però, possono fare molto, ad esempio controllando l’alimentazione: anche se sono troppo piccoli per capire il quantitativo di carboidrati contenuto in tutti i cibi, alcune informazioni semplici e basilari si possono comunque fornire. Ad esempio, dove si trovano gli zuccheri semplici che hanno un grosso impatto sulla glicemia? Principalmente in dolci, frutta, salse, succhi di frutta, caramelle, cereali per la prima colazione e condimenti. Dove, invece, i carboidrati complessi che mantengono i livelli di glicemia più costanti nel tempo? Pane, pasta, riso e patate. Avere un supporto dietologico è, dunque, fondamentale.

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L’IMPORTANZA DEL SENSORE

La glicemia può essere misurata mediante un prelievo di sangue, ma lo si può fare anche con automonitoraggio grazie all’aiuto del reflettometro che misura la glicemia nel sangue con una goccia di sangue capillare, prelevata dai polpastrelli delle dita delle mani. La goccia di sangue va versata sulla striscia reattiva e si aspetta qualche momento per il risultato che apparirà sull’apposito display. Tuttavia, soprattutto per bambini così piccoli, per un monitoraggio costante e senza necessità di continui prelievi di sangue, si consiglia di utilizzare fin da subito un sensore, apparecchio di pochi centimetri che può essere posizionato sul braccio, in grado di monitorare la glicemia h24. I sensori di ultima generazione hanno la possibilità, attraverso una applicazione, di poter valutare le glicemie direttamente sul proprio cellulare. In questo modo i genitori possono sorvegliare a distanza i propri figli. Inoltre, questi sensori sono dotati di allarmi che, in caso di glicemie troppo alte o troppo basse, al di fuori del range 70-180 mg/dl, emettono un segnale, così da poter intervenire prontamente.

 

GLICEMIA ALTA O BASSA, COSA FARE?

Se la glicemia è molto alta, e ne si ha la possibilità, bisogna intervenire con una correzione con insulina e far idratare molto il bambino.

Per quanto riguarda l’ipoglicemia, invece, con valori inferiori a 70 mg/dl, i sintomi sono malessere, tachicardia, sudorazioni profuse, senso di fame, fino ad arrivare al coma, complicanza più temuta. Se il bambino è ancora cosciente e in grado di deglutire, si attua la regola del 15: si danno 15 grammi di zuccheri semplici che vengono assorbiti velocemente. 15 grammi di zuccheri semplici corrispondono, ad esempio, a tre bustine di zucchero, a un succo di frutta da 200 ml o mezza lattina di cola da 33 cl. Dopo 15 minuti si ricontrolla la glicemia del bambino, se ha il sensore si può tranquillamente verificare senza pungere di nuovo e, se la glicemia è ancora sotto i 100 mg/dl, si danno altri 15 grammi di zuccheri semplici fino a che la glicemia non si stabilizza al di sopra dei 100 mg/dl. Nel caso in cui il bambino non sia più cosciente e dunque non in grado di deglutire, e non ci sua un sanitario vicino che possa iniettare in vena glucosio, è fondamentale avere sempre a portata di mano il glucagone. Questo ormone è l’antidoto dell'insulina; fino a un paio di anni fa veniva somministrato solo sottocute, adesso lo si trova sottoforma di spray nasale. Molto semplice da usare, può essere somministrato da chiunque, purché sia stato un minimo addestrato all’utilizzo del prodotto.

 

COME SOMMINISTRARE L’INSULINA?

L’insulina viene somministrata, almeno inizialmente, più volte al giorno, mimando l'azione del pancreas. Questo schema multi-iniettivo si chiama basal-bolus: viene data insulina basale che mantiene stabili i livelli di glucosio nel sangue durante i periodi di digiuno nelle 24h, e insuline rapide che si danno solitamente ai tre pasti. Per la somministrazione di insulina esistono delle apposite penne di facile utilizzo e i dosaggi vanno modificati in base al valore della glicemia, al tipo di pasto che si assume, più o meno ricco in carboidrati, e in base al tipo di attività fisica che si svolge.

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UNA NUOVA POSSIBILITÀ: IL MICROINFUSORE

Se le glicemie faticano a essere tenute sotto controllo con le sole punture e, al contempo, bambino e genitori mostrano una buona propensione alla gestione delle tecnologie, si può proporre una tecnologia più avanzata: il microinfusore. Si tratta di una pompa di insulina che, tramite un aghetto impiantato nel braccio, eroga l’ormone in base alle glicemie rilevate dal sensore. Questo permette di mantenere la glicemia a livelli buoni, in un range compreso tra 70 e 180 mg/dL. Se le glicemie ricadono per più del 70% del tempo in questo range, si considera un buon trattamento del diabete che evita lo sviluppo di complicanze. Il problema del diabete, infatti,  non è la sola gestione delle problematiche in acuto: se il diabete non è ben controllato, negli anni soffriranno vari organi tra cui occhi, rene, piccoli e grandi vasi e nervi.

Il microinfusore va comunque gestito: non eroga insulina solo secondo le glicemie misurate dal sensore in automatico, ma il bambino o, meglio, il genitore interviene sul microinfusore ai pasti, indicando il quantitativo di carboidrati che si assumono. A quel punto l’apparecchio calcola il bolo di insulina da iniettare. L’intervento umano resta indispensabile: non esiste ancora il pancreas artificiale. In questo caso, invece, farebbero tutto in automatico sensore e microinfusore.


Le insuline vanno caricate e sostituite ogni 3-4 giorni. Il sensore di ultima generazione, invece, dura circa una settimana, mentre sensori più semplici 14 giorni. Altri sensori, della durata di sei mesi, possono essere impiantati sottocute con un piccolo intervento chirurgico, ma di solito non viene scelto per i più piccoli.

 

TERAPIE SU MISURA

Le terapie insuliniche sono sartoriali, vanno cioè adattate alla perfezione ad ogni specifico caso, non solo al bambino, ma anche ai genitori il cui grado di capacità di gestione delle diverse tecnologie va accuratamente valutato. Nel caso di scarsa dimestichezza, è preferibile adottare metodi meno tecnologici, ma più semplici. Per questo motivo è importante farsi seguire da un buon diabetologo che impari a conoscere non solo il bambino, ma anche il contesto in cui vive e la capacità di gestione della malattia da parte della famiglia.

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