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Prodotti a tabacco riscaldato o HTP

Prodotti a tabacco riscaldato o HTP
 

COSA SONO

I prodotti a tabacco riscaldato o HTP (dall’inglese Heated Tobacco Products) sono dispositivi elettronici che riscaldano il tabacco anziché bruciarlo come avviene nelle sigarette tradizionali. Si differenziano dalle sigarette elettroniche per il fatto che contengono tabacco e che non generano vapore, ma producono un aerosol che si può definire fumo a tutti gli effetti. I primi prodotti di questa categoria sono stati commercializzati negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso, ma non hanno avuto successo e sono usciti dal mercato. In anni recenti sono stati proposti nuovi dispositivi che hanno invece incontrato il favore del pubblico.

Le sigarette a riscaldamento del tabacco in genere sono chiamate con i nomi commerciali dei prodotti più venduti: le IQOS (prodotte dalla Philip Morris; IQOS è l’acronimo di “I Quit Ordinary Smoking”, ossia “io abbandono il fumo tradizionale”), le Glo (sviluppate dalla British American Tobacco) e le Ploom (commercializzate dalla Japan Tobacco International). I dati relativi al 2017 dicono che l’1,4% degli italiani con 15 anni o più ha provato le IQOS. Più in dettaglio, l’1% di chi non ha mai fumato, lo 0,8% degli ex fumatori e il 3,1% di chi fuma sigarette tradizionali ha sperimentato questi prodotti.

 

COME SONO FATTI

Esistono diversi modelli di scaldatabacco, il cui aspetto e la cui tecnologia possono cambiare a seconda del produttore e del modello; i più diffusi sono accomunati dalla presenza di:

  • un riscaldatore, contenente l’elemento riscaldante, che può consistere in una resistenza o in un sistema per il riscaldamento a induzione
  • una batteria ricaricabile che alimenta il riscaldatore
  • uno stick di tabacco, o cartuccia, che viene inserito nel dispositivo per venire a diretto contatto con l’elemento riscaldante

Si parla di “sigaretta che non brucia” perché il dispositivo riscalda lo stick di tabacco senza fargli raggiungere il punto di combustione, in questo modo vengono rilasciati la nicotina e gli aromi del tabacco, ma il tabacco non si incenerisce. Nelle sigarette tradizionali la temperatura supera gli 800°C mentre in una sigaretta a tabacco riscaldato la temperatura va in genere da 250 a 350°C. Il riscaldamento dello stick può avvenire dall’esterno all’interno oppure dall’interno verso l’esterno. Ogni produttore vende una gamma di stick compatibili con il proprio dispositivo che si differenziano per intensità e aroma.

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Il fumo. Una dipendenza che mette a rischio la salute

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GLI EFFETTI SULLA SALUTE

Essendo in uso da pochi anni è ancora impossibile trarre conclusioni definitive sugli effetti dei riscaldatori di tabacco sulla salute, soprattutto sul lungo termine. Se pensiamo ai prodotti contenenti tabacco tradizionali (sigarette, sigari…) occorrono infatti decenni prima che risulti evidente il collegamento tra fumo e cancro. Condurre studi indipendenti è reso complicato anche dalla continua immissione in commercio di nuove versioni dei riscaldatori di tabacco. Usando le sigarette a tabacco riscaldato non si è esposti ad alcuni prodotti dannosi o potenzialmente dannosi della combustione del tabacco. Gli stick e il fumo prodotto da questi prodotti contengono tuttavia sostanze chimiche presenti nelle sigarette classiche e la nicotina, la sostanza che crea dipendenza. Gli studi disponibili, condotti principalmente dai produttori dei dispositivi, indicano che il contenuto di nicotina è simile a quello delle sigarette tradizionali, ma che il livello di altre sostanze tossiche è più basso.

Come per le sigarette elettroniche desta preoccupazione un possibile rischio tossico legato all’uso degli aromi, sostanze di cui non si conoscono con certezza gli effetti sul sistema respiratorio; in più gli aromatizzanti rendono i prodotti contenenti tabacco più gradevoli e invitanti per i giovani, che sono così portati a iniziare a usarli; dato che una direttiva dell’Unione Europea entrata in vigore in Italia il 20 maggio 2020 ha vietato il commercio di sigarette aromatizzate proprio per ridurre l’iniziazione al fumo, è stato proposto di estendere il divieto per le sostanze aromatizzanti alle sigarette elettroniche e agli HTP.

Infine, emettendo fumo questi dispositivi espongono l’utilizzatore e chi gli è vicino al particolato, che l’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul cancro (IARC) ha inserito tra gli agenti per cui esistono sufficienti prove di cancerogenicità. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) nel 2020 ha pubblicato una scheda informativa in cui si dice che: “Al momento non ci sono prove sufficienti per concludere che i prodotti a base di tabacco riscaldato sono meno dannosi delle sigarette convenzionali. Di fatto vi sono timori che sebbene possano esporre gli utilizzatori a livelli più bassi di alcune sostanze tossiche rispetto alle sigarette comuni, essi possano anche esporre gli utilizzatori a livelli più alti di altre sostanze tossiche. Non è chiaro come questo profilo tossicologico si traduca in effetti sulla salute a breve e a lungo termine”.

Appare ragionevole pensare che l’utilizzo dei prodotti a tabacco riscaldato generi dipendenza allo stesso modo delle sigarette comuni, ma che potrebbe essere meno dannoso (ma non innocuo) per quanto riguarda il fumo passivo. Il ruolo delle sigarette a tabacco riscaldato nell’insorgenza dei tumori del polmone potrà essere stabilito solo col tempo. Il fatto che il contenuto di nicotina sia simile a quello delle sigarette comuni rende veramente improbabile che questi strumenti possano favorire la disassuefazione dal fumo.

La Convenzione quadro dell'OMS per la lotta al tabagismo (WHO Framework Convention on Tobacco Control – FCTC) ha formulato alcune raccomandazioni per la tutela della salute pubblica, invitando le autorità competenti in ogni nazione a adottare misure atte a:

  • prevenire l’iniziazione all’uso degli HTP
  • proteggere le persone dall’esposizione alle emissioni degli HTP, estendendo a questi prodotti le stesse leggi che riguardano le sigarette convenzionali
  • controllare la pubblicità e la promozione degli HTP, in particolare in merito a eventuali rivendicazioni di un loro effetto benefico per la salute, per esempio il pubblicizzarle come meno pericolose.

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