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Oncologia
Paola Scaccabarozzi
pubblicato il 30-09-2022

Anche i fisioterapisti hanno un loro ordine professionale



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Il neonato Ordine dei fisioterapisti riconosce una professione sanitaria cruciale per tanti malati. Chi sono, quanti sono e che cosa fanno in Italia?

Anche i fisioterapisti hanno un loro ordine professionale

È appena stato Istituito l’Ordine autonomo dei Fisioterapisti. Precedentemente infatti i fisioterapisti erano rappresentati, con le proprie Commissioni d'Albo territoriale e nazionale, all'interno dell'Ordine multialbo dei Tecnici sanitari di radiologia medica, delle professioni sanitarie tecniche, della riabilitazione e della prevenzione. I fisioterapisti erano quindi già presenti in maniera specifica all'interno di una Federazione che comprendeva ben diciannove professioni sanitarie. Questo fino a quando, l’8 settembre scorso, il ministro della Salute Roberto Speranza ha firmato il decreto che istituisce l'Ordine dei Fisioterapisti. Si tratta di un riconoscimento del ruolo importante di questa professione sanitaria, fortemente diffusa su tutto il territorio nazionale e punto di riferimento dell'ambito della riabilitazione.

PERCHÉ UN NUOVO ORDINE PROFESSIONALE?

La domanda più ovvia è la ragione dell’istituzione di un Ordine autonomo. Nella mente e nell’immaginario comune del cittadino, un nuovo ordine professionale sembra significare infatti ulteriore burocrazia e a qualcuno potrebbe apparire incomprensibile la decisione di crearne uno aggiuntivo. «Il senso invece è estremamente pragmatico - spiega Piero Ferrante, Presidente della Commissione d'Albo nazionale dei Fisioterapisti in seno alla Federazione Nazionale degli Ordini TSRM-PSTRP - e significa incidere in maniera più significativa sulla realtà, sulla qualità e sulla sicurezza dell'assistenza. L’Ordine dei fisioterapisti, tanto agognato da decenni, ha infatti lo scopo di costituire, oltre a una ben definita casa comune per la professione, molto meglio identificabile anche dai cittadini, anche un punto di riferimento sul territorio, avvicinando le istituzioni alla popolazione, alle loro esigenze e necessità». Molti sono i “fragili”, coloro che necessitano di cure e assistenza a lungo termine e che hanno imprescindibile bisogno di fisioterapia. «Con l’istituzione dell’Ordine dei Fisioterapisti – prosegue Ferrante - le loro necessità saranno messe maggiormente in evidenza, grazie anche al supporto delle Associazioni di riferimento dei pazienti, con cui noi collaboreremo quotidianamente. L’obiettivo è anche quello di poter affrontare in maniera coesa le sfide che il Pnrr (Piano nazionale ripresa e resilienza) ci pone di fronte, in primis quella di salvaguardare e incentivare la Salute del Territorio, fondamentale come abbiamo visto durante le fasi più difficili della pandemia».

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QUANTI SONO I FISIOTERAPISTI IN ITALIA?

«Numericamente in Italia siamo circa 70.000 professionisti - prosegue Ferrante - si tratta di un numero di operatori indispensabili per la tutela della salute: non lo diciamo noi ma lo affermano i pazienti e tutti i professionisti sanitari con cui collaboriamo, per assicurare salute e qualità della vita a centinaia di migliaia di italiani ogni giorno. I fisioterapisti costituiscono la terza professione sanitaria per numero, dopo medici e infermieri, e la prima nell’ambito della riabilitazione in senso stretto». Il supporto dei fisioterapisti è dunque fondamentale in varie situazioni, molto diversificate e frequenti nella vita di ogni individuo.

A CHE COSA SERVE IL FISIOTERAPISTA?

Le competenze del Fisioterapista interessano infatti molteplici aree d’intervento e ambiti di interesse specifici dell’area riabilitativa che vanno dal sistema muscolo-scheletrico, a quello neurologico e viscerale. «In particolare gli interventi del fisioterapista – spiega Pier Ferrante - sono di prevenzione, cura e riabilitazione nelle aree della motricità, delle funzioni corticali superiori e di quelle viscerali conseguenti a eventi patologici, traumatici, di natura congenita o acquisita. I fisioterapisti possono lavorare in regime di libera professione (ad oggi, questi sono la maggioranza dell'intero corpo professionale) o di dipendenza da strutture sanitarie pubbliche, in cui c'è indubbia necessità di altre migliaia di fisioterapisti, e strutture sanitarie private». Alcuni esempi sono la riabilitazione polmonare dopo un intervento chirurgico per carcinoma del polmone, o la riabilitazione del pavimento pelvico dopo terapie urologiche per recuperare l'incontinenza, l'attività per il recupero neuromotorio dopo un ictus, la fisioterapia respiratoria dopo una polmonite da Covid-19.

QUAL È LA FORMAZIONE NECESSARIA?

Per diventare fisioterapista e quindi essere abilitato all’esercizio della professione, oggi è necessario frequentare e portare a conclusione il Corso di Laurea in Fisioterapia presso la Facoltà di Medicina e Chirurgia (o possedere un titolo equivalente-equipollente) e iscriversi all'albo professionale. Il fisioterapista, al termine del percorso di studi, abilitante alla professione, può iscriversi al Corso di Laurea Magistrale inserito nella Classe delle Scienze Riabilitative delle Professioni Sanità LM/SNT2, ma anche a Master Universitari di primo livello e a Corsi di Perfezionamento. La Laurea Magistrale dà a sua volta l’accesso ai Master Universitari di secondo livello e ai Dottorati di ricerca, ormai diffusi da Nord a Sud. È bene ricordare che il Fisioterapista è tenuto, come tutte le professioni sanitarie, al costante aggiornamento delle proprie competenze professionali (ECM).

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Paola Scaccabarozzi
Paola Scaccabarozzi

Giornalista professionista. Laureata in Lettere Moderne all'Università Statale di Milano, con specializzazione all'Università Cattolica in Materie Umanistiche, ha seguito corsi di giornalismo medico scientifico e giornalismo di inchiesta accreditati dall'Ordine Giornalisti della Lombardia. Ha scritto: Quando un figlio si ammala e, con Claudio Mencacci, Viaggio nella depressione, editi da Franco Angeli. Collabora con diverse testate nazionali ed estere.   


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