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Sla: il gene e il genio made in Italy

Uno spot girato col cellulare, la scoperta del gene implicato nella malattia. Due storie di talento

Sla: il gene e il genio made in Italy

La Sla, sindrome laterale amiotrofica è una malattia terribile. Talmente terribile che è estremamente difficile da raccontare e da indagare. Ci sono riuscite però con grande efficacia quattro studentesse e neolaureate della Lumsa di Roma, che si sono aggiudicate lo Spot School Award (www.spotschoolaward.it) con uno spot per Arisla. E ci sono riusciti dei ricercatori italiani, che hanno individuato il gene implicato nell'insorgenza della Sla e hanno scelto di mettere a disposizione della comunità scientifica internazionale tutte le sequenze di dna per far avanzare più rapidamente la ricerca.

A loro e alla scoperta fatta la rivista Nature Neuroscience dedica la copertina dell'ultimo numero. Arisla, che ha sostenuto la ricerca scientifica da cui è scaturita la scoperta, ha incentrato la propria campagna di informazione/sensibilizzazione sullo spot girato con uno smartphone (ben prima della trovata di Fiorello e Giuseppe Tornatore per un operatore telefonico) con cui le quattro ragazze hanno partecipato al premio di creatività, comunicazione e pubblicità nato per sprigionare sui temi sociali la straordinaria energia creativa degli studenti europei. Sono due aspetti che raccontano la stessa storia: le potenzialità dei nostri cervelli e la necessità di coltivare quei talenti che il mondo riconosce al nostro Paese ma che noi stessi trascuriamo e teniamo in ombra. Nelle immagini dello spot premiato allo Spot School Award una mano sfoglia il diario di una ragazza a cui è stata diagnosticata la Sla. Pagina dopo pagina si leggono paure e speranze della protagonista. Nell'agenda del Governo speriamo di poter leggere investimenti e strumenti di tutela per i giovani talenti italiani. Un buon esempio viene dall'esperienza della Regione Lazio con l'iniziativa "Torno subito", volta a favorire le esperienze formative/lavorative all'estero per poi poterle mettere a disposizione del territorio laziale.

Marco Magheri



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