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NYCM: Monica ci racconta la sua esperienza

Grande successo per NothingStopsPink alla maratona di New York. Le parole delle protagoniste

NYCM: Monica ci racconta la sua esperienza

E adesso vi racconto la mia New York Marathon…..

E’ finalmente arrivato il gran giorno,  sveglia alle 4 ,  alle 6 siamo già a Staten Island e la nostra partenza è fissata per le 11 …. Bivacco tra coperte, cappelli, cellophane e te caldo! Ma poi tutto sommato il tempo passa in fretta, ci prepariamo nel nostro corral, arriviamo in prossimità della partenza ed un colpo di cannone segna l’inizio della mia prima maratona!

Sul Ponte di Verrazzano il vento è molto forte, tutta la tensione accumulata nei giorni precedenti è svanita, ma le raffiche sono talmente forti da farti incrociare i piedi mentre corri.

Siamo in cinque Pink: io, Angela, Gabriella, Marina e Jo alla sua decima maratona, ha deciso di stare con noi e portarci fino al traguardo, anche se potrebbe fare la gara in un tempo buonissimo. Grande Jo!

La vista di Manhattan con la Statua della Libertà è meravigliosa e in un soffio il ponte è finito, Jo continua a chiederci se siamo pronte …. si inizia a sentire il boato della gente… è fortissimo, stiamo entrando a Brooklyn, il pubblico fa il tifo , ti chiama, la musica è altissima…. Mai sentita così tanta musica dal vivo!

Al 5 km Giorgiana incoraggia Angela ad andare , lei è più veloce di noi è puo ambire ad un buon tempo, non è facile convincerla ma poi va … con l’ultimo incitamento delle Pink : Angela corri come il vento!!!! Finirà la sua seconda maratona in 4:58’ … la prima delle Pink insieme ad Elena, obiettivo raggiunto, voleva stare sotto le cinque ore!

Mentre corriamo sentiamo sempre più spesso il pubblico incitare:

Pink, Pink, Pink … GoGoGo !!!! Nothing Stops Pink!

Loro hanno capito cosa significa il colore rosa della nostra maglietta…..

Riusciamo a correre tutte insieme per circa 23 km, poi devo rallentare, non voglio intralciare le altre, dico loro di andare avanti, sono riluttanti, lo spirito Pink è unico, sto bene devo solo rallentare un po’, in ogni caso io al traguardo arrivo, riesco finalmente a convincerle, vanno…..

Arrivo al Queensboro Bridge il silenzio mi avvolge, un nodo mi prende la gola e le gambe si bloccano, riesco solo a camminare e piango, piango per tutta la lunghezza del ponte.

E’ un mix di emozioni, gioia, dolore e rabbia, butto fuori tutto, su quel ponte ho lasciato tutto quello che non volevo più, ho lasciato i pensieri brutti legati alla malattia, le difficoltà di ristabilire una vita normale, apprezzo la gioia di guardare avanti, godere di ogni attimo, senza tralasciare nulla, di quello che il futuro ha scritto per me.

Sono alla fine del ponte, in sottofondo il boato del pubblico si fa di nuovo sentire, e lì riparto, le gambe ricominciano a correre, miglio dopo miglio arrivo a Central Park, il pubblico è sempre lì, ti aiuta, ti spinge avanti, arrivo a Columbus Circus, ormai è finita, so che sono poche centinaia di metri ma sembra non finire mai, l’ultima salita e vedo il traguardo, lo attraverso, esulto … non piango … sono felicissima e come avevo detto il giorno della convocazione: New York sarà il mio traguardo, dopodichè volterò pagina e andrò oltre!

E mentre torno in albergo avvolta nel poncho blu da Finisher con la medaglia al collo, mi godo le “congratulation” dei passanti e so che sto andando oltre.

Monica



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