Adeguati livelli di calcio dalla dieta proteggono dall’aterosclerosi, ma in chi fa uso di integratori si rileva l’effetto opposto. Studio sul «Journal of the American Heart Association»
Il calcio fa bene alle ossa e al cuore. Soprattutto se viene assunto attraverso l’alimentazione; se proviene da integratori può anche portare a problemi collaterali non voluti, perché può alzare il rischio del formarsi di placche nelle arterie e di danni al cuore (aterosclerosi). È quanto risulta da uno studio su 2.700 persone, il 51 per cento donne, di età tra i 45 e gli 84 anni, seguite per dieci anni da un’équipe di ricercatori e pubblicato sul Journal of the American Heart Association. I ricercatori, guidati da Erin Michos, cardiologa della Johns Hopkins University, fanno presente come al loro studio debbano seguire delle conferme, poiché la questione resta controversa. Tuttavia, osservano, sta crescendo nel mondo scientifico la preoccupazione sui possibili danni provocati dall’uso generalizzato degli integratori nutrizionali. I National Institutes of Health fanno presente che il 43 per cento degli americani adulti, uomini e donne, prendono un integratore alimentare che include il calcio.
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«NON SEMPRE PIÙ È MEGLIO»
Il ricorso a questo metallo è tanto maggiore tra le donne che hanno superato i 60 anni: per paura dell’osteoporosi che mina le ossa, più della metà di loro prende supplementi di calcio, spesso senza la supervisione di un medico. «Quando si tratta di integratori di vitamine e minerali, in particolare il calcio, la gran parte della gente pensa che di più sia sempre meglio», commenta la ricercatrice Erin Michos. «Non è così, come si vede dal nostro e altri studi». Il punto di partenza è stato sapere che, specie nelle persone anziane, i supplementi di calcio in pastiglie o in polvere non vanno tutti a rinforzare le ossa né vengono completamente eliminate con le urine. Quindi? Quindi vanno ad accumularsi su tessuti morbidi del corpo. Specificatamente nell’aorta ed altre arterie ostacolando così il fluire del sangue e aumentando il rischio di un attacco di cuore. I volontari sottoposti ad indagine hanno dovuto compilare dettagliati questionari sulla loro alimentazione e sottoporsi a due Tac al cuore per misurare se c’era, e quanto, calcio depositato all’interno delle loro arterie coronariche.
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I RISULTATI
I volontari sono stati suddivisi in due gruppi: uno assumeva integratori di calcio (il 46 per cento) e uno poteva contare solo sul calcio ingerito mangiando. E' emerso che i consumatori di supplementi di calcio mostravano un 22 per cento in più di probabilità di accumulare depositi della sostanza sulle pareti delle arterie. Per chi invece assumeva anche quantità considerevoli di questo minerale attraverso gli alimenti non è risultato invece alcun aumento del rischio cardiovascolare, anzi un adeguato livello di assunzione di calcio con l'alimentazione si è confermato un fattore di protezione.
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DIETA E INTEGRATORI
«Evidentemente», ha osservato il nutrizionista John Anderson dell’Università della North Carolina, membro del gruppo di ricerca, «c’è qualcosa di diverso, rispetto alla normale dieta, nel modo in cui il corpo usa e risponde agli integratori, il che li rende più rischiosi. Può darsi che gli integratori contengano sali di calcio oppure è il fatto di ingerire tanto calcio tutto insieme a mettere il corpo nell’incapacità di assorbirlo». Quando, invece, è assunto attraverso il cibo, il famoso “minerale delle ossa” si rivela davvero utile non solo per lo scheletro «ma anche protettivo nei confronti del cuore», conclude la dottoressa Michos.
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Condivide l’opinione il professor Niccolò Marchionne, cardiologo e geriatra: «Probabilmente con le pasticche di supplementi il calcio arriva in dosi così alte che l’organismo non riesce a gestirle e il calcio allora precipita nelle placche aterosclerotiche». Ordinario di geriatria e direttore della divisione di cardiologia generale all’Università di Firenze, Marchionne riassume così il suo consiglio: «È sufficiente seguire una dieta variata, con latticini e legumi ricchi di calcio come ceci e fagioli e frutta secca. Del resto, il fabbisogno giornaliero raccomandato di calcio dopo i 60 anni è di 1.200 milligrammi, una quantità che si prende facilmente da un'alimentazione varia e bilanciata. Sì, con gli integratori occorre cautela, è un’indicazione che viene anche da altri studi».
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NECESSARIA ANCHE LA VITAMINA D
In ogni caso per favorire l’assorbimento del calcio è necessaria la vitamina D «Oltre il 37 per cento degli anziani dopo i 70 anni ne è molto carente, soprattutto dopo il periodo invernale. E questo perché? Perché la cute invecchiata è meno efficiente nel convertire a forma attiva il precursore della vitamina D sotto l'azione dei raggi ultravioletti del sole». E nell’alimentazione che cosa preferire? «La D è in pochi alimenti: nel pesce azzurro, nel famoso olio di fegato di merluzzo, un po’ nell’uovo, nel latte intero e nei cereali integrali, in più spesso in alimenti industriali fortificati. Oggi si sa che questa vitamina non è utile soltanto per le ossa, ma che esercita altre azioni: rafforza il tono muscolare, migliora la sensibilità all’insulina, controlla la pressione arteriosa e sostiene le facoltà cognitive».
Serena Zoli
Giornalista professionista, per 30 anni al Corriere della Sera, autrice del libro “E liberaci dal male oscuro - Che cos’è la depressione e come se ne esce”.