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Pediatria
Daniele Banfi
pubblicato il 06-12-2011

Ascoltare musica ad alto volume tramite le cuffie rende sordi



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Secondo i dati dell'UE sarebbero a rischio quasi 10 milioni di persone, adolescenti e giovani soprattutto. Moderarne l'utilizzo e abbassare il volume le uniche soluzioni per evitare danni

Ascoltare musica ad alto volume tramite le cuffie rende sordi

L'allarme, lanciato ormai da diversi anni, arriva direttamente dall'Unione Europea: 10 milioni di persone sono a rischio sordità per l'utilizzo scorretto di cuffie ed auricolari. Ben il 10% degli utilizzatori che ogni giorno ascoltano musica. Aumenta anche sempre più il numero dei giovani con problemi uditivi pur non avendo mai lavorato in ambienti rumorosi. Come spiega il professor Salvatore Iurato, ordinario di Audiologia presso l'Università degli Studi di Bari, «la perdita uditiva non dipende dalla fonte del suono o rumore che sia, ma dalla loro intensità». Dunque che si tratti della nona sinfonia di Beethoven o di un jet in partenza poco cambia, è l'intensità del suono a cui ci sottoponiamo il parametro che conta.


DANNI E DECIBEL

L'intensità di un determinato suono si misura in decibel (dB). A differenza di altre unità di misura il numero di dB non segue una scala lineare. Per rendere l'idea, un suono di 30 dB è 1000 volte più intenso del suono appena percepibile, ma uno di 40 dB è 10 mila volte più intenso. Principali imputate dei danni all'udito sono le cuffie dei lettori come l'iPod. Esse possono ad esempio erogare fino a 120 dB, cioè di intensità più elevata di quella di una motosega e pari quasi a quella di un jet al decollo. «I sintomi immediati di un trauma acustico -spiega Iurato- sono senso di ottundimento auricolare, ronzii o fischi nelle orecchie e diminuzione temporanea dell'udito. I danni permanenti invece sono una diminuzione dell'udito specie sulle frequenze acute e un "tinnitus", fischio permanente che può essere ancora più fastidioso della stessa perdita uditiva». Dobbiamo anche ricordare che non tutti sono sensibili allo stesso modo: c'è una variabilità individuale le cui ragioni non sono ancora ben chiare.


LIMITI DI LEGGE

Per contrastare il fenomeno, oltre a una campagna di prevenzione volta a promuovere il corretto modo di ascoltare musica, la Comunità Europea ha fissato un limite di legge per i costruttori di apparecchi acustici. I lettori mp3 sono infatti forniti di un dispositivo che limita il livello di volume massimo entro i valori consentiti dalla legge. Purtroppo però esistono programmi in grado di sbloccare con facilità questo dispositivo di sicurezza. Come spiega Iurato «i giovani tendono a sentire la musica a volume molto elevato specie quando esiste un rumore di fondo come in metropolitana. In media il livello di ascolto è di 78 dB e questo valore non è rischioso ma oltre il 10% dei teenagers usa 100 dB e più esponendosi in tal modo ad un rischio sicuro di trauma acustico».


QUANTO ASCOLTARE

Cosa fare dunque per evitare di ritrovarsi con più o meno seri problemi di udito già in giovane età? Eliminare le cuffie? Nulla di tutto ciò. «Anche se difficilmente i giovani ci sentono da questo orecchio, se vogliono salvarli entrambi devono moderare l’uso di questi optional. In che modo? Semplicemente seguendo la regola del 60: musica di intensità non superiore a 60 decibel e per non più di 60 minuti al giorno» conclude Iurato.

Daniele Banfi
Daniele Banfi

Giornalista professionista del Magazine di Fondazione Umberto Veronesi dal 2011. Laureato in Biologia presso l'Università Bicocca di Milano - con specializzazione in Genetica conseguita presso l'Università Diderot di Parigi - ha un master in Comunicazione della Scienza ottenuto presso l'Università La Sapienza di Roma. In questi anni ha seguito i principali congressi mondiali di medicina (ASCO, ESMO, EASL, AASLD, CROI, ESC, ADA, EASD, EHA). Tra le tante tematiche approfondite ha raccontato l’avvento dell’immunoterapia quale nuova modalità per la cura del cancro, la nascita dei nuovi antivirali contro il virus dell’epatite C, la rivoluzione dei trattamenti per l’ictus tramite la chirurgia endovascolare e la nascita delle nuove terapie a lunga durata d’azione per HIV. Dal 2020 ha inoltre contribuito al racconto della pandemia Covid-19 approfondendo in particolare l'iter che ha portato allo sviluppo dei vaccini a mRNA. Collabora con diverse testate nazionali.


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