Uno studio durato trent’anni suggerisce i benefici della frutta secca: minor rischio di diabete, di tumore, di problemi cardiaci
Noci, mandorle, nocciole, arachidi, pinoli, anacardi. Se ne mangiamo un pugno al giorno di frutta secca, staremo meglio e vivremo più a lungo.
E’ il risultato di uno studio Usa pubblicato on line dal New England Journal of Medicine, a conclusione di un’osservazione di lungo periodo (ben trent’anni!) su due delle più grandi coorti americane, la Nurses’Health Study (76.464 donne, reclutate tra le infermiere) e la Health Professionals Follow-up Study , 42.498 uomini, selezionati tra lavoratori professionali.
Insomma, le famose peanuts non sono più soltanto uno sfizio e uno stracca-denti, né tanto meno un’inezia, come dice il loro secondo significato.
Anzi, da anni bandite (non sempre a ragione) dai regimi dimagranti, ritrovano una loro rispettabilità dietetica, insieme con gli altri frutti secchi a guscio, di natura oleoginosa.
COMPOSIZIONE DELLA FRUTTA SECCA
La composizione nutrizionale dei frutti oleoginosi spiega largamente questi benefici. Con un elevato tenore di grassi insaturi, di proteine di alta qualità, di fibre, di vitamine (folati, niacina, vitamina E), di minerali (potassio, calcio, magnesio) e di fitocomposti, cioè metaboliti secondari presenti nelle piante (carotenoidi, flavonoidi, fitosteroli), gli si fa ormai credito di proprietà cardioprotettive, anticancerogene, antinfiammatorie e antiossidanti.
E’ stato perciò osservato che la consumazione di questa frutta secca è associata a un minore rischio di diabete di tipo 2, di cancro del colon, d’ipertensione, e della «sindrome metabolica», molto pericolosa per il sistema cardiovascolare, che vede presenti nell’individuo vari fattori di rischio contemporaneamente.
Il New England Journal of Medicine aveva già pubblicato, a febbraio di quest’anno, uno studio spagnolo in cui la frutta secca condivideva con l’olio di oliva il podio d’onore. Ora questo grande studio conferma la notizia.
Possiamo spilluzzicare senza rimorsi mandorle o noccioline all’ora dell’aperitivo, tenendo d’occhio un fatto: un consumo quotidiano di 30 grammi di frutta secca può contribuire ad allungare la vita.
Dicono gli autori dello studio: «Il beneficio più evidente è la diminuzione del 29 per cento della mortalità cardiovascolare, seguito da una riduzione dell’11 per cento della mortalità per cancro.» Essendo lo studio di carattere osservazionale, non è possibile sancire un nesso causa/effetto, ma i risultati hanno pienamente convinto sia la Food and Drug Administration sia l’American Heart Association , la società scientifica dei cardiologi americani.